Saranno mesi duri e tristi per tanti catanesi che rischiano di perdere la casa a causa della morosità. Secondo il sindacato degli inquilini (Sunia), se Stato e Regione non prorogheranno i contributi per i meno abbienti, migliaia di famiglie perderanno l’alloggio a causa della crisi economica acuita dall’emergenza coronavirus. Una emergenza che si aggiunge ad altre emergenze e che, a Catania, rischia di diventare esplosiva se le autorità competenti non correranno ai ripari prima che sia troppo tardi.

Basta vedere i dati resi noti dal Ministero degli interni sugli sfratti relativi al 2019 eseguiti territorio di Catania e provincia: l’aumento rispetto all’anno precedente è del 25%. E’ da anni che il SUNIA di Catania – si legge nel comunicato –  segnala una “grande preoccupazione in merito allo stato di grave disagio abitativo che si registra nel territorio”.

“Se consideriamo il dato degli sfratti emessi nel corso dell’anno 2019, questi ammontano a 45, con un aumento rispetto al 2018 del 25%; si evince inoltre che la totalità degli sfratti è dovuta a morosità”, spiega la segretaria del SUNIA di Catania, Giusi Milazzo.

“Altro campanello d’allarme – spiega la nota del sindacato – è il dato degli sfratti eseguiti con l’ufficiale giudiziario che ammontano a 529: il 9,07 % in più rispetto al 2018. L’andamento degli sfratti che negli ultimi 5 anni non accenna a diminuire,  è  a nostro avviso la cartina di tornasole di un contesto deprivato dal punto di vista socio economico. Ma quello che più preoccupa è che la situazione abitativa tenda ad aggravarsi anche a causa delle conseguenze dell’emergenza sanitaria. Se infatti non saranno resi immediatamente disponibili dalla Regione Sicilia e dai Comuni della provincia le somme assegnate per il sostegno all’affitto migliaia di famiglie, finito il blocco degli sfratti previsto sino al 31 dicembre 2020, perderanno l’alloggio. Per questo il Sunia ha già elaborato una piattaforma che prevede il pieno coinvolgimento dei Comuni della Prefettura e del Tribunale per affrontare e scongiurare la grave emergenza sociale che temiamo si creerà”.

Redazione