“Qualcuno del partito vuole farmela pagare minacciando l’espulsione”. L’ex segretario del Pd di Belpasso (Catania), Nunzio Distefano, è categorico. Una “minaccia” che scaturirebbe dal fatto che Distefano “non sta” – come scrive in un post apparso oggi su Facebook – con Angelo Villari”, il segretario provinciale del Pd che, secondo alcune intercettazioni, sarebbe coinvolto – ma non indagato dai magistrati etnei – in rapporti con qualche esponente del clan mafioso Santapaola-Ercolano.

Ecco perché – dice ironicamente l’ex segretario del Pd belpassese nello stesso scritto – “qualcuno più villariano dello stesso Villari, vuol farmela pagare”. (Un’accusa su cui abbiamo chiesto di replicare all’attuale segretario del Pd di Belpasso, Giuseppe Lucio Piana, che questo giornale pubblicherà tra poco).

“Forse” perché (prosegue Distefano, senza tuttavia fare nomi e cognomi) la persona in questione “non ha avuto ancora il tempo di comprendere il significato dell’aggettivo ‘democratico’, né del sostantivo ‘partito’, che non è sinonimo di ‘caserma’. E nemmeno di capire – continua – che il dissenso politico non è lesa maestà. Oppure soltanto per compiacere il capo corrente”.

Uno scritto pesante, che fa eco con quello del sindaco Pd di Piedimonte etneo, Ignazio Puglisi – sempre su Fb, e ripreso oggi dal quotidiano online Catania today – il quale critica aspramente “il nuovo corso dem in provincia di Catania”.

Secondo il giornale, “a breve, alcuni circoli dissidenti si incontreranno per fare il punto sulle criticità interne”, specie sulle ultime elezioni dei congressi locali, con particolare riferimento a quella che ha incoronato Villari massimo responsabile del partito in provincia. Un incontro che apparentemente parla di “dialogo”, ma sostanzialmente potrebbe essere una vera e propria strategia di “alternativa” all’attuale classe dirigente del Pd catanese.

“Il prossimo 23 luglio – scrive Distefano – si giocherà la prima partita del campionato giudiziario che vede protagonista anche il neo segretario provinciale del Pd, Partito in cui milito da semplice iscritto. Ce ne saranno anche altre, ma la prima è forse la più insidiosa, visto che la Corte dei Conti dovrà decidere sulle richieste della Procura Generale di condannare Enzo Bianco e le sue giunte tra il 2013 e il 2018 ( perciò anche l’assessore Villari) ad un maxi risarcimento e all’interdizione legale per dieci anni”.

“Se non sto con l’ex segretario della Cgil ed attuale segretario del Pd di Catania – spiega l’ex segretario del Pd di Belpasso – non è per questo motivo, né per altri sempre di natura giudiziaria, perché l’uomo è giustamente riparato dall’ombrello delle garanzie costituzionali, che ognuno deve riconoscere e rispettare”.

“Non sto con Angelo Villari – afferma Distefano – per motivi squisitamente politici. Alcuni sono frutto di esperienza diretta (come il protagonismo nel far fallire la presentazione della lista Pd alle comunali 2018 ) e altri di natura più generale”.

“Sono comunque tutte situazioni arcinote – seguita l’autore del post – , che qui sarebbe inutile richiamare, dato che nei mesi scorsi sono state oggetto di copiosa pubblicistica e di testimonianze di chi le ha vissute o subite”.

“Solo per quanto riguarda i fatti di Belpasso – puntualizza Distefano – , segnalo la ricostruzione puntuale del compagno Testa”. Il riferimento è a un commento scritto al nostro giornale dall’ex consigliere provinciale ed assessore comunale del Pd di Belpasso, Alfio Testa, secondo cui la responsabilità della mancata lista del partito democratico alle ultime elezioni comunali è addebitabile ad Angelo Villari e al deputato regionale Luca Sammartino, transitato di recente con Italia Viva di Matteo Renzi.

“Su queste basi – dichiara Distefano – , da semplice militante ho ritenuto una mossa oggettivamente rischiosa sul piano strategico, oltre che sbagliata su quello politico, affidare così com’è stato fatto la segreteria provinciale del Pd di Catania a chi si trova nelle condizioni date”.

“A maggior ragione – prosegue – lo ritengo ancora di più oggi e lo affermo ancora una volta con estrema chiarezza pubblicamente”.

E poi un altro affondo: “Lo avrei detto anche alla platea congressuale, se ci fosse stato un momento e un luogo nel quale potersi esprimere, che però è mancato”.

“A questo punto – recita il post di Distefano – dovrebbe essere chiaro a tutti che il vero Congresso del Pd etneo sarà celebrato in sedi improprie”, ovvero, secondo l’ex segretario dem di Belpasso, “tra le aule di giustizia della Corte dei Conti e del Gip del Tribunale di Catania, avendo di fatto il Partito abdicato dall’esercitare il ruolo politico che dovrebbe essergli proprio”.

“Purtroppo – dice il firmatario del commento sui Social – è proprio questo che accadrà e comunque andrà a finire non sarà un risultato politicamente esaltante per il Pd, che si trova ad avere un segretario in attesa della ‘bollinatura’ della magistratura”.

“Nell’augurare sinceramente all’uomo – dice Distefano – di uscire indenne da qualsiasi accusa, chiedo al politico un gesto di responsabilità prima del 23 luglio, in maniera da preservare il Partito che è anche il mio, separando il destino personale di un singolo da quello di una comunità più vasta”.

“Sono contro il villarismo – chiosa ancora pesantemente l’ex segretario – e lo dichiaro, sia messo a verbale a futura memoria, grazie” … avrei potuto chiudere così – vox clamantis in deserto – l’intervento che non c’è stato”.

Luciano Mirone