Ancora una volta, l’isola di Malta è stata protagonista di “un’ora di sangue” in relazione al caso dell’omicidio di Daphne Caruana Galizia. Il “middleman” Melvin Theuma, l’intermediario legato all’assassinio della giornalista maltese, ritenuto un testimone importante per la ricostruzione della verità, è ricoverato presso l’ospedale Mater Dei in condizioni critiche, dopo essere stato trovato ieri sera intorno alle 9, presso la sua abitazione, con ferite da coltello, e solo poche ore prima di una seduta in tribunale potenzialmente cruciale per l’andamento del processo.

La polizia sembra abbia subito dichiarato il tentativo di suicidio, destando l’indignazione anche di Jason Azzopardi, deputato e avvocato della famiglia Caruana Galizia, che ha lamentato tramite un post sui Social come sia stato possibile  giungere ad una conclusione così repentina, senza delle indagini più approfondite.

Una fonte ha specificato al quotidiano nazionale “Times di Malta” che Theuma è stato trovato con una profonda ferita alla gola e all’addome: nonostante le condizioni critiche e dopo un intervento d’urgenza avvenuto durante la notte, il personale medico reputa un possibile recupero. Anche il capo investigatore nel caso di omicidio di Caruana Galizia, l’ispettore Keith Arnaud,  era tra quelli sul posto mentre un’ambulanza portava Theuma in ospedale.

Secondo fonti a lui vicine, Theuma aveva avuto un incontro con il suo avvocato fino alle 18:00, in cui il testimone era stato preparato per questa importante testimonianza.

“Theuma di solito chiama l’avvocato quando arriva a casa, ma questa volta non è riuscito a farlo. Il suo telefono è stato prima occupato e poi non ha risposto”, ha riferito una fonte, aggiungendo che è stato proprio il legale dell’uomo ad aver lanciato  l’allarme alla polizia. Gli agenti posti a vigilanza della residenza di Theuma, presso la cittadina di Swieqi, allo scattare dell’allarme si sono precipitati in casa, trovando l’uomo in una pozza di sangue.

Al centro del sanguinoso episodio, sembra esserci il perdono presidenziale di Theuma, messo fortemente in dubbio dagli avvocati difensori dell’imprenditore Yorgen Fenech – ritenuto “la mente” dell’intera vicenda – dichiarando di essere a conoscenza di un’ulteriore testimonianza registrata dell’uomo, mai menzionata.

Durante l’ultima udienza infatti, gli avvocati di Fenech avevano chiesto a Theuma – il quale aveva negato tutto, così come aveva fatto lo stesso capo investigatore Arnaud  – se l’ex commissario di polizia maltese, Lawrence Cutajar, avesse ricevuto la somma di 30mila Euro in cambio del suo perdono presidenziale.

Gli avvocati continuano ad insistere sul fatto che questa registrazione (che sarebbe dovuta essere ascoltata proprio oggi), proverebbe il presunto pagamento.

Era già stato reso noto negli scorsi mesi che a Theuma sarebbe stato concesso il perdono, a condizione che rivelasse tutti gli scenari di cui era a conoscenza e il 16 ottobre 2017 portarono all’omicidio di Daphne Caruana Galizia. L’uomo dichiarò di aver avuto dei contatti con i tre esecutori materiali dell’omicidio, “compiuto proprio per conto di Fenech”, confessando peraltro alla corte di aver raccolto diverse conversazioni registrate, per usarle come “assicurazione” in caso di arresto o, nel peggiore dei casi, di eliminazione fisica.

Secondo il “Times of Malta”, sembra che Melvin Theuma abbia redatto un testamento già nel dicembre 2017, subito dopo l’arresto degli esecutori  George Degiorgio, suo fratello Alfred e Vince Muscat. Durante una vecchia testimonianza in tribunale, era già stato delineato un suo profilo come un uomo depresso e impaurito, arrivando persino a  dichiarare  quanto la sua vita “fosse finita” quel 16 ottobre 2017 alle 15:00, il momento in cui esplose l’autobomba che fu fatale per  Daphne Caruana Galizia.

Valentina Contavalle