“Catania: un ex sindaco e tutta la sua giunta sotto inchiesta, un altro sindaco condannato in primo grado! Si salvi chi può! Questa città non ha fortuna! Ma, al di là della fortuna questa città non ha futuro!

Non esiste una classe dirigente capace di farla venir fuori dal baratro in cui è caduta, non esiste una classe politica, di qualunque partito, in grado di affrontarne con onestà e competenza i problemi piuttosto che insterilirsi in inutili polemiche, non esiste più una cultura politica diffusa che tenda a risolverne i problemi, non esiste più niente…!

Ciò che colpisce, al di là della buona fede con cui si difendono i politici in primo grado condannati nell’ambito del processo cd. “Spese pazze all’ARS”, tra i quali il primo cittadino, è la disinvoltura con la quale gli amministratori usano il nostro denaro.
I nostri soldi, sudati, lavorati, guadagnati con un duro lavoro, le nostre tasse, esose, i nostri contributi spillati che dovrebbero servire a gestire i bisogni essenziali alla comunità: i servizi sociali, le strade, le scuole, gli ospedali, la cultura… usati per “sostituire serrature e maniglie”, “confezioni regalo e ceste natalizie”, “enoteca e gioielleria”, “leasing per auto”, “fumetti di Diabolik”, “pasta fresca, abbigliamento, articoli da profumeria, ottica, lavanderia, revisione motociclo personale”, “barbecue e candele di citronella”, “cenone di Capodanno”, leggiamo nei tanti articoli che riportano la notizia delle condanne.

La “questione morale” è del tutto abolita! E questo andazzo non colpisce solo le classi dirigenti. Interessa tutti noi: dal commerciante che ti fa la cresta sul peso, al professionista che ti fa pagare il doppio del dovuto… Tutti contro tutti!
La dignità, l’onestà, la correttezza sono state sepolte. La mentalità comune è quella della fregatura reciproca. Non sai più da quale parte guardarti! Siamo pessimisti? Vorremmo essere giudicati come tali, ma temiamo di no!

Il Prefetto di Catania ha disposto, in virtù alla “Legge Severino”, la sospensione dalla carica del Sindaco Pogliese per diciotto mesi. Si dimetterà, affrontando con serenità i prossimi passi del suo giudizio? Non si dimetterà, lasciando la nostra città a vivacchiare per il prossimo anno e mezzo? Qualunque sarà la sua scelta, in noi rimane immutato il desiderio di vedere rinascere questa città, nonostante la situazione drammatica nella quale da decenni si trova. Anche se rimane un grosso problema: nelle mani di chi dovrebbe rinascere Catania?

Nella foto: Palazzo degli Elefanti, sede del municipio di Catania

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