“La Slc Cgil di Catania ha proclamato lo stato di agitazione permanente del settore artistico in tutto il territorio etneo, con l’auspicio che ‘sia propedeutico ad una grande manifestazione nazionale organizzata dalla CGIL”. Il comunicato parla chiaro: “Il sindacato  dei lavoratori della comunicazione e degli artisti, è già al lavoro per invitare tecnici, registi, direttori artistici e i rappresentanti e dipendenti di tutti i cinema e i teatri, le scuole di musica e danza, le accademie ed i centri e le associazioni culturali, all’organizzazione di un grande Flash Mob che si terrà a Catania venerdi 24 Luglio in Piazza Università, alle ore 10.30. Si tratta dell’apertura simbolica di una ‘nuova stagione’ che punta ad un obiettivo preciso: rianimare l’intero settore culturale, oggi in ginocchio a causa dell’emergenza post Covid, e comunicare alla società civile una vera  proposta per la ripartenza”.

“L’invito a presenziare al Flash Mob – si legge nella nota della Cgil – è esteso a tutti i componenti catanesi del Governo nazionale, al  presidente della Regione Sicilia e all’assessore regionale al Turismo e allo Spettacolo, al sindaco e all’assessore alla Cultura di Catania, con il preciso obiettivo di ‘costruire insieme un progetto di ricostruzione e scrivere insieme le regole”.

Lo slogan dice tutto: “Non c’è più tempo” e il segretario generale della SLC Cgil di Catania, Gianluca Patanè, insieme al responsabile del Dipartimento artiste e artisti Luigi Tabita, spiegano il perché: “Non abbiamo ancora avuto risposte concrete da parte del Governo nazionale  e regionale e poco è stato fatto per la gestione della Fase 2, quella legata alla riapertura e alla ripresa. Corriamo il rischio concreto della chiusura di tanti cinema, teatri, scuole di danza e musica: sarebbe la fine, a Catania, di una solida tradizione culturale e di una scuola di teatro centenaria. Vorrebbe dire che tanti giovani potrebbero perdere una vocazione rappresentativa della vivacità e della bellezza delle nostre città”.

Il sindacato chiede che la “visione politica di ripresa includa anche per la produzione culturale, investimenti e impiego di nuova forza lavoro”. 

“Non ci stancheremo mai di ricordare – prosegue il documento del sindacato – che nel nostro Paese, l’investimento del PIL nel settore è inferiore allo 0.20%, in Germania, Francia o Regno Unito supera il 2%. È urgente e necessario legare la ripresa ad una nuova struttura della produzione culturale, con pieno sostegno economico ai lavoratori (artisti e tecnici) e che tutti le parti in causa prendano un impegno serio per una riforma del sistema contributivo, con regole certe e l’abolizione dei contratti che hanno reso il lavoro nel settore precario e mal pagato. Servono inoltre misure di sostegno concrete per i lavoratori quando non impegnati, una riforma degli ammortizzatori sociali, un sistema virtuoso con nuove regole sulla determinazione, l’attivazione dell’Osservatorio nazionale e regionale, l’aumento degli ispettori del lavori e di conseguenza un maggiore controllo effettivo del  rispetto del CCNL da parte degli enti che vengono sovvenzionati dal Governo, dalla Regione o che utilizzano i fondi di settore, rapporti di lavoro consolidati e non precarizzati”.

“Su questi temi – dice la nota – la SLC-CGIL di Catania ha già avviato una interlocuzione e presentato alla Regione una piattaforma con alcuni punti fondamentali”.

“Il sindacato chiede inoltre – è scritto nel documento – che sia garantita un’idennita ai lavoratori sino alla ripartenza vera del settore e che venga istituita una Commissione Paritetica per definire quali siano i criteri da adottare per le varie fasi legate alla riapertura. “Non è spiegabile che solo a Teatro è previsto il dimezzamento del pubblico – concludono Patanè e Tabita- quando negli aerei e mezzi pubblici si contravviene continuamente alle norme più importanti di distanziamento anti Covid”.

Redazione