Nei prossimi giorni, il Governo Abela aiuterà altre 500 persone a lasciare Malta e tornare nel proprio paese, dopo aver perso il lavoro a causa della pandemia di CoronaVirus. Continua così l’esodo verso casa degli “expat”, lasciandosi alle spalle l’isola e non con poca amarezza, meta tanto agognata e speranza lavorativa, fino all’inizio del 2019.

Tali dati sono stati dichiarati dal Ministro degli Affari Esteri ed Europei, Evarist Bartolo, indicando la Colombia, la Spagna, l’Albania e la Polonia come le destinazioni per i prossimi rimpatri. Nell’ultimo mese il Governo Maltese ha rimpatriato 1.500 persone in Grecia, Francia, Turchia, Spagna, Regno Unito, Bulgaria, Albania, Bosnia, Serbia, Macedonia settentrionale e Italia, anche se il numero maggiore di rientri è stato alla fine del mese di marzo, contando ben 4mila 200 persone che abbandonavano l’arcipelago maltese. Ad oggi dunque, dall’inizio della pandemia, si contano quasi 7mila espatriati.

E se per il maltese può significare anche il riappropriarsi della propria terra, di contro, tutto questo, porta inevitabilmente ad un altro evento drammatico, ossia alla mancanza improvvisa di lavoratori. Il Ministro Bartolo ha infatti affermato che prima dell’arrivo dell’epidemia da CoronaVirus, dei circa 11mila posti di lavoro creati a Malta ogni anno, 7mila erano occupati proprio dagli stranieri.

Infatti, con il forte “boom economico” che ha portato la piccola isola ad un’epoca “d’oro” e la conseguente richiesta di manodopera in svariati settori – dal turismo all’edilizia – circa 100mila cittadini stranieri hanno deciso di vivere a Malta negli ultimi anni, il che si traduce in quasi il 25 per cento della popolazione. Bartolo ha affermato che i lavoratori expat hanno sicuramente contribuito alla crescita economica ed al benessere. Con il versamento dei contributi, sono state migliorate pensioni e servizi sociali, il settore della salute pubblica, l’istruzione e naturalmente sono stati favoriti gli scambi commerciali con gli altri paesi.

A quest’incremento improvviso di popolazione, si aggiungevano le visite di migliaia di turisti, arrivando alla considerevole cifra di 2milioni 800 mila di persone nel mese di agosto dello scorso anno.

Numeri che allo stato delle cose difficilmente l’arcipelago maltese rivedrà molto presto e con tale facilità. La verità è che, piaccia o meno, Malta dovrà trovare il modo di andare avanti.

Nella foto: la capitale di Malta, Valletta, nella fase del lockdown

Valentina Contavalle