Chissà ora che lo hanno arrestato, quale sarà il destino del termovalorizzatore di 100 milioni di Euro che “il re dei rifiuti” dell’isola, Antonello “Nino” Leonardi (gestore, con la sua azienda – la Sicula Trasporti – della mega discarica di Lentini, tra Catania e Siracusa), intende realizzare a ridosso dell’impianto (il più grande della Sicilia) e a poche centinaia di metri dell’Oasi del Simeto, di un paio di centri abitati e di una serie di siti di importanza comunitaria (Sic), dato che, secondo le associazioni ambientaliste, la progettata struttura “è inquinante”? Sì, perché in un’isola dove la raccolta differenziata viaggia “mediamente sul 30 per cento”, il rischio inquinamento è alto, in quanto all’interno dell’impianto potrebbe finire di tutto e questo potrebbe causare emissione di diossina.     

Chissà ora che la Procura di Catania ha accertato un “perdurante e sistematico illecito smaltimento dei rifiuti solidi urbani provenienti da oltre 200 comuni siciliani”, cosa intende fare la Regione Siciliana e i Comuni interessati alla costruzione del termovalorizzatore, dopo il profetico comunicato stampa delle associazioni, che pochi giorni fa scommettevano “che Regioni e Comuni non investiranno un euro per incrementare la raccolta differenziata, che nessuna politica seria, nessuna strategia amministrativa e culturale saranno predisposte affinché si raggiungano livelli di differenziazione dei rifiuti tali da rendere anti economici inceneritori e allargamenti di discariche”, con il relativo “ringraziamento da parte di Leonardi alla la Regione, che gli invia i rifiuti di 240 comuni siciliani su 390”.     

Oggi nel sapere – nell’ambio dell’operazione ‘Mazzetta Sicula’ eseguita dalla guardia di finanza di Catania – che in carcere sono finiti Antonino Leonardi, di 57 anni, amministratore di fatto della “Sicula Trasporti S.r.l.” e della “Gesac S.r.l.” ed amministratore di diritto della “Sicula Compost Srl (associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, corruzione e frode nelle forniture), e Filadelfo Amarindo, di 68, dipendente della “Sicula Trasporti S.r.l. (“concorso esterno in associazione mafiosa”, che agli arresti domiciliari sono finiti Salvatore Leonardi, 57 anni, fratello di Antonino, in qualità di socio della “Sicula Trasporti S.r.l.” e della “Gesac S.r.l “; Vincenzo Liuzzo, di 57 anni, dirigente di unità operativa semplice della sede di Siracusa dell’Arpa Sicilia, addetto ai controlli e monitoraggi ambientali, e Salvatore Pecora, di 63 anni, istruttore tecnico impiegato presso il Libero Consorzio Comunale di Siracusa, addetto al controllo sulla gestione dei rifiuti, mentre sono stati sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e di dimora Pietro Francesco Nicotra , di 36 anni, e Francesco Zappalà, di 52, e altri soggetti destinatari delle misure cautelari dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e di dimora (i fratelli Francesco e Nicola Guercio, di 49 e 59 anni, amministratori di diritto e di fatto della “Edile Sud S.R.L), oggi, dicevamo, nell’osservare questo terremoto che ha colpito il settore dei rifiuti in Sicilia, ci siamo posti qualche altra semplice domanda: perché certa politica da decenni programma la realizzazione di impianti di incenerimento, al posto di una seria raccolta differenziata per evitare discariche, termovalorizzatori, inquinamento e malattie? Così, tanto per capire.

Nella foto: la discarica di Lentini (Siracusa)

Luciano Mirone