Dura presa di posizione sul “caso Villari” da parte di Mimmo Cosentino, segretario in Sicilia del Partito della  Rifondazione comunista (Prc), che accusa senza mezzi termini il segretario Pd in provincia di Catania (tirato in ballo in recenti intercettazioni fra qualche affiliato per una presunta richiesta di voti in cambio di posti di lavoro) di aver cambiato – in peggio – il volto della Cgil etnea quando ne era a capo, e di aver portato gli stessi metodi nella gestione del Pd. Ma il j’accuse di Cosentino non si ferma a Villari. Il segretario regionale di Rifondazione fa i nomi degli esponenti della Cgil catanese approdati alla politica che avrebbero applicato il “modello Villari”.        

“L’operazione Malupassu – scrive Cosentino -, che ha fatto ulteriormente luce sul rapporto strettissimo che intercorre tra criminalità mafiosa e sistema di raccolta e gestione dei rifiuti pubblici e privati, avvenuta quasi in contemporanea con quella che ha investito la Sicula trasporti e la discarica di Lentini di Ponte San Giorgio, di cui è proprietaria la famiglia Leonardi, merita alcune doverose considerazioni”.

“L’ordinanza del magistrato – si legge – riporta, in alcune pagine, il contenuto delle relazioni intercorse tra uno degli arrestati per mafia, e affiliato al gruppo Puglisi-Ercolano-Santapaola, dominante nel territorio di Mascalucia, e un rappresentante sindacale della CGIL, peraltro fratello del segretario provinciale dello Spi, nella Dusty, ditta incaricata della raccolta dei rifiuti nella città di Catania”.

“Le intercettazioni – dice il segretario siciliano di Rifondazione – rivelano le promesse di avanzamento di carriera fatte ad uno degli affiliati del gruppo in cambio del sostegno elettorale ad Angelo Villari candidato alle regionali 2017 nelle liste del Pd, già segretario provinciale della Cgil, poi assessore della Giunta Bianco, e attualmente segretario provinciale del Pd etneo”.

“Ci interessa – seguita il responsabile del Prc – riprendere in questa sede una dura accusa mossa da noi e da diversi dirigenti sindacali nel corso di una Assemblea svoltasi alla Camera del Lavoro di Catania sulle degenerazioni intervenute nel corso degli anni nella Cgil catanese”.

“In quella occasione – spiega Cosentino – denunciammo con forza la trasformazione della Cgil catanese, prima con Angelo Villari, e dopo con Giacomo Rota, in comitato elettorale del Partito democratico, e addirittura di conduzione familistica della stessa, anche con l’utilizzo spregiudicato del sistema dei tornelli”.

“La Cgil catanese – secondo l’uomo politico – ha contribuito prima alla elezione a deputato regionale del suo ex segretario Giovanni Villari, che alla fine del suo mandato sarà poi nominato a far parte di una delle società regionali create da Raffaele Lombardo. Il quadro è completato dal sostegno dato alla elezione a deputata regionale di Concetta Raia, moglie dell’attuale segretario Giacomo Rota, e il paracadute garantitole, con un prestigioso incarico sindacale, dopo la fine del suo mandato istituzionale”.

“Ebbene – denuncia Cosentino -, alle accuse da noi mosse alcuni mesi addietro, Angelo Villari, in una intervista, replicò con supponente dileggio, mentre Rota, in una delle ultime direzioni accusò il segretario regionale del Partito della Rifondazione comunista di strumentalizzazioni politiche. I dirigenti sindacali che avevano rivendicato a loro volta il rispetto dell’autonomia sindacale dal quadro politico, amministrativo e dei partiti, pagarono un duro prezzo per avere osato mettere in discussione il sistema di potere della tolda di comando della Cgil catanese”.

“Il movimento operaio e bracciantile catanese – accusa il segretario regionale di Rifondazione – non può permettersi, e lo affermo da tesserato ultradecennale alla CGIL, di non essere adeguatamente rappresentato e diretto nelle battaglie per i diritti del lavoro, per la legalità, per la trasparenza nella scelta delle istituzioni, (come insegnano i casi di Candela e di Branca nominati da Musumeci), per l’affermazione dei beni comuni, nella lotta alla imprenditoria mafiosa”.

“E’ un problema – conclude Mimmo Cosentino – che investe la Cgil tutta, a partire dai livelli nazionale e regionale. E lo diciamo a maggior ragione per la inadeguatezza dimostrata dalle maggiori organizzazioni sindacali catanesi, incapaci di fare rispettare i protocolli di sicurezza negli stabilimenti produttivi nella fase uno e due della pandemia di coronavirus, come è dato vedere anche dalla diffusione dei contagi in alcune di esse. A questo proposito esprimiamo la nostra piena solidarietà ai dipendenti della St in sciopero e alla Fiom che si è trovata sola nella battaglia a tutela dei lavoratori e che da novanta giorni sta conducendo una importante mobilitazione contro la sordità dell’azienda”.

Nella foto: Angelo Villari, segretario del Pd in provincia di Catania

Redazione