Sull’operazione “Mazzette sicule”, che ieri ha portato in carcere il “re dei rifiuti”, Nino Leonardi, titolare della Sicula Trasporti, che gestisce la discarica di Lentini (Siracusa), la più grossa della Sicilia, e sui coinvolgimenti diretti e indiretti stabiliti dalla magistratura, hanno inviato dei comunicati a questo giornale – esprimendo la loro posizione – diversi esponenti di partiti e sindacati. Questo il loro punto di vista:    

Mimmo Cosentino, segretario regionale Rifondazione comunista:

“Un’operazione della Guardia di Finanza ha portato ad arresti e sequestri che hanno interessato i beni e i vertici della Sicula Trasporti che gestisce la più grande discarica del Sud Italia, tra Catania e Lentini, in contrada Grotte San Giorgio, con il conferimento di circa trecento comuni siciliani, la metà dell’isola. La discarica è di proprietà della famiglia Leonardi, gruppo economico emergente che si è via via allargato con acquisti e investimenti finanziari in immobili, alberghi, bar, attività commerciali. La società, che nelle settimane passate ha rilanciato il progetto (del 2009) di un inceneritore in quel territorio, è presieduta dall’avvocato Branca, nominato dal Presidente Musumeci, esponente di rilievo del centrodestra, alla guida di Riscossione Sicilia. Figura di peso che a sua volta ha rappresentato la proprietà della famiglia Ciancio nelle vicissitudini e nei rapporti con gli azionisti de La Gazzetta del Mezzogiorno (Bari) e de La Sicilia (Catania). Negli ultimi anni del secolo scorso Branca è stato il tesoriere dei Ds (Democratici di sinistra), segretario Claudio Fava. Le accuse contestate sono quelle di associazione a delinquere finalizzate al traffico illecito di rifiuti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione, concorso esterno in associazione mafiosa. Si confermano ancora una volta l’intreccio affaristico e il ruolo egemone della borghesia mafiosa nell’economia pubblica e privata dell’isola, in uno con i rapporti con la criminalità organizzata. C’è una questione morale che è soprattutto questione sociale, fatta di lavoro nero e di frode fiscale, di devastazione ambientale e militarizzazione del mezzogiorno, di accaparramento delle risorse pubbliche, di modello di sviluppo illegale garantito da un sistema di potere politico trasversale e trasformista. Più che mai occorre lavorare a costruire un movimento politico e sociale per una alternativa di sinistra antiliberista, costituzionale e anticapitalista”.

 

Catania Bene Comune

“Dopo le coraggiose mobilitazioni dei comitati territoriali contro le discariche della Società Sicula Trasporti, dopo anni di impegno delle associazioni ambientaliste, dopo il lavoro di inchiesta della Commissione Regionale antimafia guidata da Claudio Fava, oggi la magistratura e la Guardia di Finanza procedono al sequestro degli impianti di gestione dei rifiuti e della discarica della famiglia Leonardi, i cui vertici sono stati arrestati. Per l’ennesima volta le società che si occupano di rifiuti in Sicilia sono raggiunte da indagini per traffico illecito di rifiuti, frode, corruzione, concorso esterno in associazione mafiosa. Un film già visto decine di volte.

Il settore della gestione dei rifiuti, negli anni completamente privatizzato, ha creato un sistema imprenditoriale parassitario che si arricchisce enormemente grazie ai soli soldi degli enti locali, delle tasse dei cittadini. Un business di centinaia di milioni di euro che in Sicilia ha dimostrato di poter comprare, attraverso le formule più subdole di corruzione, funzionari pubblici, esponenti politici, autorizzazioni urbanistiche, certificati ambientali, elezioni. Nel solo mese di marzo 2020 il solo Comune di Catania ha pagato alla Sicula Trasporti 1milione 697mila euro per il conferimento in discarica dei rifiuti. Altri 4milioni 387mila euro sono stati pagati nel mese di marzo dal Comune di Catania all’azienda privata che si occupa del servizio di raccolta dei rifiuti in città.

La stessa azienda citata nelle carte dell’operazione antimafia Malupassu contro il clan Santapaola, perché suoi dipendenti, di cui uno arrestato per mafia, discutevano di avanzamenti di carriera dentro l’azienda, quale tornaconto dell’impegno elettorale in favore del candidato del PD alle elezioni regionali del 2017, Villari.

La gestione dei rifiuti non può più essere un business per i privati, non può più essere lo strumento per alimentare clientele politiche ed elettorali. Non possono essere ancora i cittadini e gli enti locali a pagare i privati per una gestione criminale e contigua alla mafia. Non si può più accettare il ricatto dei cartelli delle aziende che disertano le gare pubbliche per favorire il ricorso ad appalti ponte e proroghe molto più remunerativi e con più alti margini di profitto.

Per essere dalla parte della legalità non bastano i giusti plausi alle forze dell’ordine e alla magistratura, serve che i comuni, a partire dal Comune di Catania, si dotino di società pubbliche per la gestione dei rifiuti, dalla raccolta al conferimento, con un controllo diretto della cittadinanza e degli organi istituzionali. Una virtuosa gestione diretta può garantire servizi di qualità, ridurre la corruzione e eliminare il pericolo di infiltrazioni mafiose. Una gestione diretta dei rifiuti consente di risparmiare le risorse destinate al profitto aziendale e di investire davvero nella raccolta differenziata e nella riduzione dei rifiuti.

Chiediamo all’amministrazione comunale di Catania di abbandonare preconcetti ideologici, ormai vetusti e smentiti dai fatti, e di avviare l’iter di pubblicizzazione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Ne guadagnerebbero la città e le future generazioni. Chiediamo all’amministrazione comunale di Catania di verificare se nella gestione dell’appalto per la raccolta dei rifiuti siano stati compiuti illeciti circa le progressioni di carriera o le assunzioni di nuovo personale, alla luce delle recenti inchieste della magistratura. Chiediamo infine all’amministrazione Pogliese di intervenire attraverso una commissione indipendente per far luce sulle eventuali infiltrazioni mafiose nella gestione dei rifiuti a Catania”.

 

Giovanni Musumeci, segretario catanese Ugl:

“Vogliamo esprimere un plauso ed un ringraziamento al procuratore della Repubblica di Catania, dottor Carmelo Zuccaro, per l’incessante opera volta all’affermazione della legalità nella nostra realtà cittadina e metropolitana. Ed un grazie va anche alle forze dell’ordine impegnate in questa difficile battaglia contro il malaffare che, nonostante è costantemente perseguito e contrastato con duri provvedimenti, si rigenera con facilità in molti settori economici presenti nel nostro territorio. L’ultima operazione in ordine di tempo, denominata “Mazzette sicule”, brillantemente eseguita dalla Guardia di Finanza, ha contribuito a riportare alla luce un sistema inquietante che coinvolge un comparto, ovvero quello dello smaltimento dei rifiuti, sul quale più volte come organizzazione sindacale siamo intervenuti invocando una maggiore attenzione a tutela dei lavoratori e dei cittadini. Questa, come altre inchieste che hanno posto una necessaria lente di ingrandimento sui rapporti tra i privati e la pubblica amministrazione, ma anche riguardo la gestione dei processi amministrativi e gestionali, sta contribuendo a smantellare sacche di illegalità ancora purtroppo diffusa che frenano lo sviluppo economico ed inoltre non fanno altro che alimentare i costi della macchina burocratica e dei servizi, oltre che creare indebiti vantaggi per alcuni. Confidiamo, riponendo massima fiducia nella magistratura catanese guidata dal dottor Zuccaro, che questo costante monitoraggio sullo stato di salute di Catania e provincia possa continuare ad offrire frutti positivi, per allentare sempre di più questo cappio al collo di chi vive e lavora con onestà in un ambito territoriale importante come il nostro.” A dichiararlo, a nome di tutta la Ugl, è il segretario catanese Giovanni Musumeci.

 

Giacomo Rota, segretario generale della Cgil-Camera del lavoro di Catania e Salvatore Perricone, presidente del Comitato dei cittadini per la vivibilità:

“Ora che la ‘Sicula trasporti’ è al centro di un’indagine giudiziaria, è necessario più che mai lanciare una vertenza rifiuti. Il caso della discarica che da anni ammorba la collina di Vaccarizzo in Contrada Codavolpe  è la dimostrazione che bisogna ridisegnare la gestione dei rifiuti nell’Isola. La Cgil di Catania interviene nuovamente a sostegno del Comitato dei cittadini per la vivibilità, la tutela e la salute di Codavolpe/Vaccarizzo, in una comune battaglia per la salute pubblica di un’area  sempre più compromessa. L’impianto va controllato non solo perché il nuovo contesto giudiziario lo richiede, ma anche perché  da quasi sette anni è in attività un impianto di bio stabilizzazione di proprietà della Sicula Trasporti Srl, che gestisce oltre all’impianto, anche la discarica vicina di Grotte San Giorgio, una delle più grandi della Sicilia. Conseguenze? Aria irrespirabile e tanta paura per la salute pubblica. – sottolineano il segretario generale della Camera del lavoro, Giacomo Rota, e il presidente del Comitato, Salvatore Perricone-. I cittadini nei giorni scorsi hanno inviato una lettera al presidente della Regione, Nello Musumeci, segnalando l’iter di realizzazione di un impianto di  degassificazione in contrada Codavolpe a gestione Sicula Trasporti. Quest’ultima nel suo progetto giustifica l’inserimento ambientale dell’impianto tra la cava tufacea e giardini inesistenti, omettendo la cosa piu’ importante, e cioè che il tutto si ergerebbe ad appena un chilometro da una zona residenziale e dall’Oasi del Simeto. Il Comune di Catania, servizio Ambiente, ha rilasciato parere positivo nel 2018 intimando come prescrizione alla “Sicula” di mantenere nei limiti le emissioni, che comunque esistono. Ci chiediamo se questa postilla sia stata segnalata con cognizione di causa. Un’ispezione degna di questo nome è stata realmente avviata sul terreno?. La preoccupazione dei cittadini dunque aumenta di giorno in giorno, e l’operazione ‘Mazzetta sicula’ potrebbe non solo verificare quanto richiesto dalla magistratura, ma inserirsi in un contesto di più accurata verifica, visto che in ballo ci sono decine di famiglie preoccupate per la propria salute. Per questo la Cgil di Catania chiede ancora una volta che venga rivista l’ingiusta formula tutta siciliana del ‘tasse di fascia maggiore, servizi di qualità minore’, cercando di mettere nuovamente al centro il tema gestione degli impianti”.

 

Movimento Cinque Stelle all’Assemblea regionale siciliana:

“Vito Branca, alla luce delle recenti notizie di cronaca, non può rimanere al vertice di Riscossione Sicilia, faccia un passo indietro”. Lo affermano i deputati del M5S all’Ars. “Ai vertici di una partecipata della Regione, strategica e importante come Riscossione,  devono esserci persone su cui non grava la minima ombra e, purtroppo, per Branca,  presidente del cda di Sicula Trasporti, finita nell’occhio del ciclone per lo scandalo rifiuti, non è così. Un passo indietro è, a questo punto, più che doveroso. E se non sarà lui a farlo sia Musumeci a pretenderlo”.

“Musumeci e le nomine azzeccate – afferma il capogruppo Giorgio Pasqua – si confermano sempre più due rette parallele. Alla luce delle notizie riportate dalla stampa, anche quella di Branca, non sarebbe delle più azzeccate, come quelle di Candela e Damiani. Il presidente  della Regione veda di correggere il tiro e di farlo al più presto.  Sulla vicenda Branca, intanto, venga a riferire in Aula”.

Sullo scandalo Sicula Trasporti e sui recenti fenomeni corruttivi venuti alla luce in Sicilia interviene Roberta Schillaci, componente  M5S della commissione Antimafia.  

“Occorre – afferma – combattere la corruzione per contrastare la criminalità organizzata, partendo da una ricognizione sul ruolo e sui limiti dei responsabili della prevenzione e corruzione all’interno di tutti gli uffici dell’amministrazione regionale, perché è  chiaro che qualcuno ha fatto flop. Si avvii inoltre  una revisione di tutte le autorizzazioni rilasciate da quei comparti dell’amministrazione regionale a rischio”.

Redazione