“Sunia, Sicet e Uniat di Catania hanno chiesto un incontro ‘urgentissimo’ al sindaco di  Catania, Salvo Pogliese  e all’assessore comunale alla Casa”. Lo comunicano in una nota le organizzazioni sindacali degli inquilini e degli assegnatari attraverso i tre segretari provinciali Giusi Milazzo, Francesco Nicolosi e Pippo Camarda, che denunciano: “A Catania il problema abitativo è erroneamente sottovalutato, anche perché il disagio e il rischio della perdita dell’abitazione riguarda almeno il 40 per cento delle famiglie in locazione, oltre a coloro che anche prima dell’emergenza sanitaria non avevano un’abitazione o erano alloggiati in maniera precaria”.

“Anche la totale chiusura al pubblico – dicono i sindacalisti – dell’Agenzia sociale per la locazione in questi mesi e l’impossibilità per l’utenza di accedere agli sportelli, è sintomo di una sottovalutazione del problema”.

“Per questo Sunia Sicet e Uniat, in considerazione del fatto che il Governo nazionale ha stanziato una cifra complessiva di sostegno all’affitto  per tutte le regioni (140 milioni di euro – somme importanti anche se non sufficienti, che si aggiungono a quelle non spese negli anni precedenti – hanno inviato al sindaco  e all’assessore, una richiesta di incontro”. 

Le segreterie generali delle organizzazioni sindacali “hanno elaborato una piattaforma specifica sui temi abitativi – si legge nel comunicato – e ritengono che occorra fare molto di più, sia per affrontare il difficile presente, che per evitare che nel futuro prossimo migliaia di famiglie siano soggette a sfratto a causa della crisi Covid”.

“Tra i punti caratterizzanti la proposta di Sunia, Sicet e Uniat di Catania – dice la nota – ci sono i nuovi criteri per la ripartizione delle somme per il sostegno all’affitto, valorizzando la rinegoziazione dei canoni e il loro abbassamento  a fronte di una decurtazione della tassazione locale per i proprietari, ma anche lo snellimento delle procedure e l’accelerazione  dell’erogazione delle somme, un piano per l’ampliamento dell’edilizia sociale pubblica riqualificando gli immobili dismessi utilizzando i fondi  ancora disponibili del Patto  per Catania”.

“Pensiamo che nel prossimo futuro è probabile che  l’impoverimento dei ceti medi si amplierà – concludono Milazzo, Nicolosi e Camarda- . Diventa indispensabile che l’edilizia sociale abitativa con canoni bassi sia utilizzata come misura stabile per far fronte al bisogno abitativo”.

Redazione