Il Consiglio comunale di Belpasso (Catania) discuterà la mozione di intitolare lo stadio comunale a Nuccio Marino – morto alcuni anni fa – per gli innegabili meriti sportivi e umani che ha profuso per la sua città in tanti anni di onorato impegno. Questo giornale – che in passato ha scritto su di lui – appoggia l’iniziativa e si rallegra con chi l’ha proposta.

Marino ha dato tanto alla sua città, sia nel settore sportivo, sia nel settore universitario. Nel settore sportivo, perché fin dagli anni Sessanta del secolo scorso, assieme a Pippo Motta, Mario Morabito e Giovanni Arena, è stato un eccezionale scopritore di talenti che hanno fatto grande la gloriosa Polisportiva Belpassese, al punto che nella stagione del secondo salto in Promozione, la formazione allenata da Marino polverizzò il record di vittorie, di gol, di differenza reti, diventando un fenomeno a livello nazionale, dalla Serie A alla Terza categoria.

Marino è stato determinante – assieme alle persone citate – per costruire una delle cose più belle che si sono fatte a Belpasso nel dopoguerra. Una scuola di calcio e di valori unica, straordinaria, indimenticabile. La Belpassese di quegli anni fu presa a modello da molte società sportive dell’isola, che vedevano nel club biancoverde il simbolo di una modernità che si avvicinava più ad un ideale nordico che siculo.

Non c’era ragazzo di Belpasso, dagli 11 ai 18 anni (esclusi i “campioni”, almeno per noi bambini, della “prima squadra”) che non fosse cartellinato con la mitica “Polisportiva”. E quando Marino – negli anni Settanta – andò ad allenare i cugini-rivali dell’Unione sportiva Belpasso, riuscì a contaminare positivamente  la dirigenza di quella società – tradizionalmente non proprio portata alla valorizzazione dei giovani – di una mentalità nuova e, per quell’epoca, davvero all’avanguardia.

Nel settore universitario, Nuccio Marino, ha dato tanto, sia nella segreteria dell’Ateneo catanese presso la quale ha lavorato per diversi decenni, sia nella segreteria staccata, realizzata all’interno della Biblioteca comunale di Belpasso, che si è battuto per fare allestire. Anche in questo caso, un modo originale di intendere l’emancipazione che – sono parole sue – passa attraverso lo studio e lo sport.

Non c’è ragazzo di Belpasso (e non solo di Belpasso) che, con la tipica sprovvedutezza e ingenuità della matricola, non abbia chiesto un aiuto a Marino per un modulo universitario o per una iscrizione, o magari per un consiglio sulla quale facoltà da intraprendere. E lui, sempre disponibile, ha aiutato tutto con disinteresse.

Quando alla fine degli anni Ottanta, l’autore di questo articolo – impegnato nella stesura del primo libro, “Un paese”, dedicato a Belpasso – gli chiese se era possibile prendere in lettura la tesi universitaria del commediografo Antonino Russo Giusti, uno dei figli più illustri della città, il giorno dopo – il giorno dopo… non settimane o mesi dopo – Nuccio Marino chiamò al telefono: “Passa da casa, c’è una cosa che ti riguarda”. Aveva portato le fotocopie rilegate  della tesi di giurisprudenza dell’artista belpassese (“Del blocco marittimo”).  

Ecco perché crediamo che l’intitolazione dello stadio comunale a Marino sia un fatto dovuto.

E anche se diversi mesi fa, questo giornale – pensando di associare la figura di Marino con il rilancio della segreteria universitaria all’interno del Comune – aveva chiesto all’Amministrazione municipale di intitolare il “San Gaetano” a colui che, negli anni della sua sindacatura, lo aveva costruito, Domenico Martinez (definito da tutti “il sindaco galantuomo”), va bene così: la scelta di dedicare lo stadio a Nuccio Marino la riteniamo felice e appropriata.

Adesso speriamo che il Comune dedichi a Martinez almeno l’Aula consiliare, come avevamo proposto (o comunque un altro luogo prestigioso della città), per onorare la memoria di un altro cittadino che ha  dato tanto alla sua città.

Nella foto: Nuccio Marino (penultimo da sinistra), mentre viene premiato dal deputato regionale Alfio Papale

Luciano Mirone