I deputati del Movimento 5 Stelle presenti all’Assemblea regionale siciliana attaccano il governatore Nello Musumeci per le recenti nomine effettuate in alcuni posti chiave dipendenti dalla Regione. E anche se non lo dicono, appare chiaro il riferimento anche all’ex sindaco di Belpasso (Catania), Carlo Caputo, assegnato nei giorni scorsi come presidente del Parco dell’Etna, malgrado “la scarsa esperienza in fatto di ambiente” (secondo lo stesso movimento); le ripetute assenze quando, da primo cittadino brillava (secondo il quotidiano online Meridionews), negli anni in cui era consigliere dell’ente; il disegno di legge presentato dal suo ex vice sindaco Giuseppe Zitelli, oggi deputato regionale di Diventerà bellissima (movimento del governatore, di cui Caputo è uno degli esponenti più rappresentativi), che prevedeva l’abolizione di determinati vincoli che negli ultimi decenni hanno salvato l’Etna dal rischio di cementificazione selvaggia. 

“Musumeci – scrivono i pentastellati – fa come il bambino che quando perde porta via la palla. Non solo distribuisce posti di sottogoverno proprio in un momento inopportuno, in cui siamo tutti concentrati sull’emergenza covid, lo fa anche con il modus operandi di chi gioca con le procedure ed evita metodicamente il confronto con l’Ars”.

Di cosa si tratta? “Le nomine di soggetti esterni all’amministrazione regionale – ricordano i deputati – devono passare dalla commissione Affari istituzionali, che è chiamata ad esprimere il proprio parere”.

“Musumeci, però – si legge nel comunicato – ha compiuto una forzatura a dir poco vergognosa. Ha nominato alcuni soggetti all’interno degli uffici di gabinetto, equiparandoli di fatto ai dirigenti regionali, così da poter bypassare il necessario parere della commissione”. Esattamente quello che è successo con la nomina di Caputo, bocciata in diversi occasioni dalla Commissione Affari istituzionali, dove il presidente Musumeci non dispone di una maggioranza.  Dopo una serie di scontri, Musumeci ha deciso di nominare Caputo all’interno del suo Ufficio di Gabinetto.       

“Così – proseguono i 5S – si è sottratto al controllo dell’Ars e ha potuto favorire le nomine di chi gli aggradava di più, proprio come fece Crocetta nel 2017”.

“Avevamo contestato queste nomine già alcuni mesi fa – dicono i pentastellati – , quando furono presentate in commissione, perché ritenevamo che alcuni dei soggetti proposti non avevano sufficienti requisiti di merito e rispondessero più a logiche politiche che alla reale esigenza di dare una governance all’altezza della situazione. Il governo ritirò quelle nomine e allora pensammo a un ravvedimento, che speravamo avrebbe portato a nuove scelte. Tuttavia avevamo il timore che dietro quella manovra potesse nascondersi un’operazione di basso livello e infatti oggi i nostri dubbi vengono confermati”.

“In un momento di emergenza – concludono i 5S – e stavolta con un artificio procedurale che permette di aggirare il controllo dell’Ars, Musumeci pensa a premiare chi ha come unico merito quello di gravitare nella sfera politica della sua maggioranza”.

Redazione