“Mentre ci si preoccupa sugli orientamenti culturali e politici del nuovo assessore all’Identità siciliana Alberto Samonà, sta passando quasi sotto silenzio la vera minaccia per i beni culturali siciliani: il disegno di legge Sammartino (dal presidente della Commissione cultura all’Ars di Italia Viva, Luca Sammartino, ndr.), che contiene delle norme che stravolgerebbero, spesso cancellandoli, gli strumenti di tutela e di salvaguardia del nostro patrimonio culturale e paesaggistico”.

A dirlo Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia, ascoltato oggi in Commissione cultura all’Ars. “Il presidente Sammartino – continua Zanna – ha continuato a ripetere, come un mantra, che questo ddl vuole recepire la riforma Franceschini: è una palese bugia! Mentre si preannuncia questo, forse per tranquillizzare gli illusi e i distratti, si fanno a pezzi le Soprintendenze, sulle quali la riforma Franceschini si basa copiando il nostro modello e organizzazione in vigore dal 1977, togliendogli poteri e funzioni di controllo e tutela”.

“Viene cancellata – dice Zanna – la pianificazione paesaggistica assegnandola all’Assessorato al Territorio che non ha competenza in materia: su questo punto e su tanti altri il Codice nazionale dei Beni culturali è disatteso, stravolto, non preso in considerazione; ci sono, inoltre, norme scritte in modo pessimo, superate e anacronistiche”.

“Abbiamo detto chiaramente – prosegue il presidente siciliano di Legambiente – che speriamo che questo ddl sia fermato, in caso contrario creerebbe solo un enorme caos, causando ancora più problemi a chi oggi deve gestire i beni culturali”.

“I beni culturali – seguita – hanno bisogno di pochi interventi normativi, che si possono fare anche in via amministrativa, poiché abbiamo una legislazione in Sicilia molto buona e moderna e solo in pochi casi da correggere ed integrare. Servono, invece, risorse economiche e, soprattutto, umane, per sostenere gli sforzi che ormai i pochi funzionari delle Soprintendenze rimasti, fanno per difendere e tutelare il nostro bene più prezioso: la nostra eredità culturale”.

Redazione