“Riaprire immediatamente l’ospedale di Giarre (Catania) per il ricovero dei malati di covid19”. E’ questo l’appello –  supportato da un esposto alla Procura della Repubblica di Catania – lanciato dal “Comitato Cittadino Giarre Rivogliamo l’Ospedale”, appoggiato dai sindaci dei comuni che fanno parte dell’Asp 17 (oltre a Giarre, Riposto, Mascali, Castiglione di Sicilia, Milo, Linguaglossa, Piedimonte Etneo, Calatabiano, Fiumefreddo di Sicilia). In un video che sta girando su facebook si spiegano le motivazioni della richiesta.

 “All’ospedale di Giarre – dice il portavoce del comitato Angelo Larosa – si potrebbero ricoverare i pazienti affetti da covid19 e trattarli in sicurezza rispetto agli altri, così come sta accadendo nel calatino dove l’ospedale di Caltagirone è un covid hospital, mentre quello di Militello in Val di Catania ospita pazienti ordinari”.  

“Nei giorni scorsi – aggiunge Larosa – avevamo espresso le nostre perplessità circa la degenza dei pazienti colpiti da Coronavirus trattati all’Ospedale di Acireale, e in particolare si esprimevano dubbi sulla opportunità di adibire il nosocomio acese alla cura dei  pazienti Covid-19 insieme a quelli trattati per altre patologie”.

“All’ospedale di Acireale lo scorso 24 marzo è deceduto un paziente nel reparto di medicina che si è scoperto poi essere positivo al coronavirus, mentre un altro paziente positivo è morto dopo essere stato ricoverato in rianimazione”.

“E’ chiaro – denuncia Larosa – che all’ospedale di Acireale c’è una promiscuità di pazienti contagiati e non, che mette a repentaglio la salute di tutti gli altri. Nel nosocomio acese non c’è la possibilità di separare i due percorsi”.    

“L’unità di Anestesia e rianimazione dell’ospedale acese, per struttura logistica, non è in grado di separare, tramite adeguati sistemi di filtraggio e in modo netto, le aree interessate da pazienti portatori di Coronavirus dal resto dei degenti; inoltre il personale sanitario di Anestesia e rianimazione, dedicato alla cura dei pazienti affetti da Covid-19, pare essere il medesimo che tratta anche i degenti affetti da patologie diverse”.

Alla luce di queste perplessità il Comitato, come detto, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania per accertare eventuali irregolarità: non è esclusa, spiega La Rosa, “l’ipotesi che tale promiscuità possa provocare la diffusione di agenti patogeni tra i degenti ricoverati per altre patologie e per i loro visitatori, allorquando non si assicurino percorsi puliti e separati”.

“L’esposto che abbiamo presentato”, dice Larosa, ha lo scopo di “accertare l’eventuale inosservanza delle disposizioni per la prevenzione del Coronavirus, in modo da evitare la diffusione imprudente, negligente o imperita di germi patogeni idonei a cagionare il diffondersi dell’epidemia all’interno del Presidio Ospedaliero Santa Marta e Santa Venera di Acireale”.

A sostegno del Comitato giarrese si sono schierati anche i sindaci del distretto sanitario Asp 17 che, qualche giorno fa,  si sono riuniti in videoconferenza (assente solo il sindaco di Linguaglossa impedito da un altro impegno istituzionale)  insieme al senatore Cristiano Anastasi.

Anche loro hanno chiesto l’immediato utilizzo dell’ospedale di Giarre per dare risposta all’emergenza sanitaria  ed hanno elaborato un documento in cui hanno posto in rilievo “gravi carenze organizzative e rischi connessi all’impossibilità del sistema sanitario di far fronte, adesso e in prospettiva, a tutte le richieste di interventi che arrivano e che a giorni potrebbero acuirsi”.

Evidenziata, anche in questo documento, “la promiscuità in atto” all’interno del Presidio acese. “Ciò avviene – si legge – perché attualmente il reparto adibito ai pazienti positivi è attrezzato al terzo piano, il pronto soccorso al piano terra e la radiologia al piano sotterraneo, per cui gli spostamenti dei pazienti infetti avvengono attraverso aree comuni occupate da pazienti e dai loro familiari non Covid, determinando gravi rischi di contagio”.

Le istituzioni firmatarie del documento sono concordi nel dire pensare che sono “necessari mezzi e strumenti più idonei ed efficaci” e sottolineano che “occorre una immediata risposta ai bisogni sanitari del territorio, anche in termini di prevenzione rispetto alla situazione emergenziale in corso, ritenendo responsabili le istituzioni sovraordinate, qualora si verificassero carenze di posti letto, rispetto alle necessità del territorio”.

“Anziché allestire ospedali in emergenza – dicono – occorre immediatamente programmare, in un’ottica di prevenzione dei futuri bisogni sanitari, l’apertura e l’allestimento del presidio ospedaliero di Giarre”.

“Per questo motivo i rappresentanti delle Istituzioni locali reclamano una sollecita risposta, da parte delle Istituzioni regionali e della dirigenza dell’ASP, alla lettera inviata qualche giorno fa, circa la possibilità di riaprire ed attrezzare l’ospedale di Giarre con il pronto soccorso ed attivare fino a 90 posti letto che potranno essere utilizzati dalla sanità pubblica nelle modalità che riterrà più opportune e più strategiche nell’organizzazione dell’emergenza covid-19 dei territori di Acireale e Giarre. L’ospedale di Giarre potrebbe accogliere infatti reparti più esposti a rischio contagio e traslocati da Acireale o, in alternativa, accogliere tutti i pazienti colpiti dal contagio”.

Ed infine conclude il documento: “I Sindaci ed il Senatore chiederanno con urgenza una videoconferenza con la presidenza della Regione e l’assessorato regionale alla Sanità in presenza della Direzione Generale dell’ASP per discutere di tale opportunità nell’interesse delle comunità rappresentate”.

Rosalba Mazza