Malta, un’isola che potrebbe fare molto di più per contenere la diffusione della pandemia da CoronaVirus, eppure sembra non riuscire ad imparare dagli errori degli altri. Era martedì 7 aprile quando la Sovrintendente per la Sanità Pubblica, Charmaine Gauci, annunciava ben 52 casi di pazienti positivi al COVID-19, il maggior numero che il paese avesse mai visto in un solo giorno. Due giorni dopo altri 38 casi accertati.

“Questi numeri sono in linea con ciò che ci aspettavamo”, ha dichiarato il Ministro alla Salute Chris Fearne, mostrandosi ancora una volta “in prima linea” e completamente in disaccordo con le previsioni più ottimistiche del Primo Ministro Abela.

Gran parte della popolazione ha cominciato a porsi domande in merito a questo picco improvviso: è possibile aver individuato più di un focolaio, oppure vi è stata una maggiore attenzione nell’effettuare i tamponi? E in effetti i numeri sembrano dar ragione alla seconda ipotesi: dall’inizio della diffusione del virus – 7 marzo 2020 – il totale di tamponi effettuati sale a 16mila e 16.

E solo durante la giornata di sabato 11 aprile, con un record di 1.288 tamponi eseguiti, altri 20 pazienti sono risultati positivi al CoronaVirus, sfiorando i 400 casi di contagiati. Dieci di questi, sono stati identificati presso il centro migranti di Hal Far, dove i residenti continuano la loro “detenzione” forzata in condizioni igienico-sanitarie ancora precarie. Sfortunatamente, tra mercoledì 8 e la mattinata di sabato 11, anche Malta ha cominciato a contare le sue prime vittime da CoronaVirus: una donna di 92 anni e due uomini – 79 ed 84 anni -, le cui condizioni di salute, tuttavia, risultavano già compromesse.

Il traffico di auto davanti a una spiaggia maltese. Sopra: una spiaggia dell’Isola in questi giorni pasquali

inj “Nei prossimi giorni, ci saranno delle bellissime giornate di sole, ma dobbiamo stare a casa, per cercare di tenere la situazione sotto controllo. Ci sono molte persone che sono positive senza saperlo, non hanno sintomi e sono pericolose, in quanto possono trasmettere il virus alle persone più fragili”. Questo il leit-motiv ribadito dal ministro della Sanità, diventato peraltro un appuntamento quotidiano nelle abitudini degli abitanti di Malta; della Dott.ssa Gauci, preoccupata proprio per i possibili positivi asintomatici e che farebbero salire i casi da Covid 19 a numeri esponenziali.

Lo stesso primo ministro Abela, durante una delle sue ultime interviste, sembra aver preso una più decisa posizione in merito ad un possibile “lockdown” totale, previsto dopo Pasqua, nel caso in cui gli isolani avessero continuato a trasgredire le regole. Una soluzione tardiva, ma sempre ben accetta per quelli che stanno seguendo con rigore le regole imposte dal governo.

Lo stesso governo che riapre la stagione della caccia (come se i cacciatori fossero una categoria immune al virus), consente ancora alle persone di frequentare le spiagge o di camminare per le strade, nonostante le dichiarate multe da parte del corpo di polizia per la violazione di assembramenti superiori alle 3 persone. Nel frattempo la pandemia continua “indisturbata” a diffondersi tra gli abitanti. Intanto oggi è Pasqua è domani Pasquetta. Lasciamo immaginare.

Valentina Contavalle