Il Premier maltese Robert Abela ha trascorso gran parte di dicembre e gennaio stringendo tante mani e facendosi largo in stanze piene di centinaia di persone che si accalcavano per vederlo. Sono passati appena quattro mesi dalla sua ascesa alla massima carica del Governo dell’isola e gli splendori visti durante la campagna elettorale sembrano far parte oramai di un universo parallelo.

Abela sapeva bene che il suo primo compito sarebbe stato quello di ristabilire l’equilibrio del Paese: la cattiva reputazione causata dal suo predecessore, Joseph Muscat, e l’indagine sull’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia, ancora in corso, avrebbero continuato a minare una traballante economia, specie se si pensa che Malta stava per essere inserita nella “lista nera” dei Paesi internazionali meno trasparenti.

Bisognava fare in fretta, riconquistare la fiducia degli elettori. Gran parte della popolazione aveva riposto delle ottime speranze in quell’uomo dall’aspetto carismatico e sorridente. E in effetti le sue prime decisioni erano state accolte in modo unanime. Basti pensare alla destituzione dell’ex capo Staff del Governo precedente di Joseph Muscat (Keith Schembri), e dei ministri al Turismo e all’Economia, rispettivamente Konrad Mizzi e Chris Cardona, in qualche modo accusati di essere coinvolti nel caso dell’omicidio di Caruana Galizia.

Anche il trasferimento di Owen Bonnici dal ministero della Giustizia a quello dell’Istruzione sembrava essere una soluzione più adeguata: ci si ricorderà a lungo di Bonnici come colui che aveva trascorso mesi e mesi intraprendendo azioni legali contro gruppi della società civile per la continua rimozione di fiori e candele dal Memoriale dedicato alla giornalista assassinata, sito nella capitale Valletta proprio di fronte al Palazzo di Giustizia.

E poi l’azione più diplomatica che gli ha consentito di mantenere dalla sua parte persino il suo rivale alla corsa al Governo, Chris Fearne, rinominandolo vice Primo ministro e ministro della Salute.

Poi però Abela ha inanellato una serie di scelte discutibili che non sappiamo che tipo di sviluppi sortiranno.

Intanto l’assegnazione a Lawrence Cutajar – il tanto criticato ex commissario di polizia, accusato dei ritardi e delle omissioni sulle indagini dell’omicidio di Caruana Galizia – di una posizione all’interno del Governo. Quindi la nomina del criticatissimo ex ministro Mizzi a capo, presso la delegazione di Malta, dell’ Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa.

All’inizio di febbraio, il Times of Malta dichiarava – scioccando l’opinione pubblica – che un gran numero di agenti di polizia addetti al servizio del traffico urbano, erano stati indagati per gravi frodi nei confronti dello Stato. Nonostante il Premier avesse immediatamente promesso un’indagine completa per far luce sulla questione, l’inchiesta deve essere concretamente realizzata.

Nel frattempo (siamo agli inizi di marzo) il Covid-19 arrivava anche qui. Da un lato il Governo invitava la gente a rimanere a casa per contenere la diffusione del virus, dall’altro dava il “via libera” all’apertura della caccia. 

Il 24 marzo “la svolta”: dopo settimane di totale assenza televisiva, Abela, con il suo nuovo ministro dell’Economia Silvio Schembri, creava un nuovo pacchetto di aiuti economici per fronteggiare il coronavirus, questa volta sostenuto persino dalle parti sociali. Neanche il tempo di festeggiare che arriva la decisione di comunicare all’Ue la chiusura dei porti maltesi per i possibili sbarchi dei migranti, non garantendo neanche il salvataggio in mare in caso d’emergenza. Pochi giorni dopo, Abela viene accusato della morte di ben 12 migranti, la cui imbarcazione si trovava proprio in zona maltese.

Valentina Contavalle