Tra Paolo Borrometi giornalista, e Claudio Fava presidente della Commissione Regionale Antimafia, chi ha ragione? Fate presto ad appurarlo, la Sicilia e mezza Italia vuole saperlo, la verità riguarda tutti. Chiunque dei due ha ragione, è comunque la sconfitta della verità perché entrambi combattono la mafia.

 

Il giornalista del quotidiano L’Ora Giovanni Spampinato, ucciso a Ragusa il 27 ottobre 1972

So che molte persone stanno seguendo questa vicenda perché da alcuni giorni è su tutti i giornali e gira su internet e Facebook. Claudio Fava presidente della Commissione Regionale Antimafia vuole querelare il giornalista Paolo Borrometi perché avrebbe accusato lui e l’intera commissione antimafia di aver manipolato la verità dei fatti sulla pubblicazione di un articolo e perché tramite il sito GenerazioneZero.org ha appreso che Borrometi avrebbe manomesso quell’articolo, retrodatandolo a cinque anni prima.

Anche Borrometi ha scritto su Facebook per difendere la sua onorabilità, dicendo che anche lui è disposto a querelare chiunque vuole infangare la sua credibilità.

Adesso, a parte le querele che entrambi hanno annunciato che potrebbero farsi reciprocamente (e io spero che nessuno dei due lo farà), la cosa più importante è che si faccia piena chiarezza, e al più presto si appuri tutta la verità sulla data di pubblicazione di questo benedetto articolo di Borrometi, visto che c’è in gioco l’onorabilità, la credibilità e la serietà di un organo istituzionale importantissimo, quale è la Commissione Regionale Antimafia della Sicilia, e l’onorabilità , la serietà e la professionalità di un giornalista noto in tutta Italia perché è in prima linea contro la mafia.

Secondo il mio modesto parere, da persona comune che si trova a seguire questa faccenda, anche senza volerlo (perché da alcuni giorni è riportata dappertutto), chiunque dei due risultasse avere ragione, come sento dire da più persone, per l’opinione pubblica sarebbe comunque un boccone amaro da digerire, perché se ha ragione Paolo Borrometi, vuol dire che la Commissione Regionale Antimafia ha preso un granchio dimostrando di non saper fare neanche la semplice ricerca di un articolo su internet, nonostante una “meticolosa ricerca” (come ha detto il presidente Claudio Fava), mentre il sito GenerazioneZero.org afferma di averlo trovato con pochi click (però dice anche di avere dei dubbi sulla vera data di pubblicazione, cosa che comunque, a questo punto, andrebbe per forza appurata al più presto per fugare ogni dubbio, a garanzia e beneficio di entrambe le parti).

Se invece ha ragione Claudio Fava e la Commissione Regionale Antimafia nell’affermare che l’articolo in questione non era stato trovato perché non c’era, e adesso, all’improvviso, come per magia, è venuto fuori, ciò potrebbe essere perché forse è stato pubblicato di recente? Retrodatandolo al 2015? (cosa che ipotizza il sito GenerazioneZero.org, insomma, forse un taroccamento da parte di Borrometi).

Cosa alla quale io non credo, perché solo una persona irresponsabile farebbe una cosa del genere, che in questa situazione particolare significherebbe incorrerebbe nel penale, ma se fosse vero, per i giornalisti che hanno sempre avuto dubbi sulla veridicità della aggressione mafiosa, e dell’incendio doloso della porta di casa di Borrometi, sarebbe un’occasione d’oro per riempire pagine e pagine (alcuni di questi giornalisti della provincia di Ragusa in varie occasioni mi hanno espresso questi dubbi che non hanno mai argomentato e neanche dimostrato, e io che non amo il pettegolezzo, ho sempre risposto che non ci credo e che sono solidale con Paolo Borrometi. Proprio ieri, a proposito della sua aggressione, ho letto un articolo recente il quale dice che ci sono in corso delle indagini. Spero che anche su questo venga fuori la verità al più presto e si renda pubblica, così si potranno mettere a tacere le menzogne e le dicerie).

I miei genitori mi hanno insegnato che la verità e l’onestà devono essere sempre al primo posto, costi quel che costi, e senza particolarità per nessuno. Io voglio sempre sapere di che pasta veramente sono tutte le persone che nominano spesso mio fratello Giovanni Spampinato, giornalista, ucciso all’età di 26 anni perché cercava la verità, anche quella scomoda, quella nascosta e quella pericolosa, per farla conoscere a tutti.

Io in questa vicenda non sono di parte, ho voluto riportare quello che gli altri dicono e io condivido. Spero che questa faccenda si chiarisca al più presto e nel migliore dei modi per entrambi perché abbiamo bisogno che siano uniti nella lotta contro la mafia.

Salvatore Spampinato