Proprio in quanto frutto di una scelta libera e naturale (dettata più da spinte di entusiasmo che da calcoli utilitaristici), ho sempre sostenuto che la vera forza del Volontariato fosse la Spontaneità.  Per questo motivo, pur condividendo l’impegno a individuare misure idonee a tutelare sia la salute del donatore che quella del ricevente, ho seguito con un certo scetticismo e – perché no? – disamore il susseguirsi di Decreti, Norme, Disposizioni e Circolari che da qualche anno si è abbattuto nel Settore della donazione del Sangue.  

Non l’ho fatto, vorrei precisare, per preconcetta avversione nei confronti delle novità, ma solo perché spinto da una preoccupazione: che l’obiettivo della Qualità, collegato alla Professionalità, potesse condizionare la Spontaneità e quindi potesse portare alla riduzione delle donazioni, con le conseguenze che è facile immaginare.

Se sono stato facile profeta non lo so. So solo che il Gruppo Fratres di Belpasso, sorto nel lontano 1976 quando in Sicilia i Gruppi Fratres si potevano contare sulle dita di una mano, si è ritrovato costretto a sospendere la propria attività (modesta, per carità, ma in ogni caso sempre utile).  Non sono bastati né la disponibilità di una Autoemoteca ricevuta in dono dal Comune alla fine degli anni Novanta, spesso messa a disposizione di altri Gruppi sprovvisti (talvolta anche in provincia di Messina) e neanche la disponibilità di uno staff di Medici (qualcuno anche Direttore di Unità Operativa) e Paramedici (alcuni dei quali Capo Sala), tutti impegnati a titolo di volontariato puro e senza pretesa di retribuzione per le proprie prestazioni. Il Mezzo doveva essere adeguato e il Personale doveva essere formato! Nessuna deroga!

C’è da dire che l’attività non si è fermata proprio del tutto, visto che a Belpasso di concerto con il Gruppo Fratres di Pedara (dotato di un’organizzazione professionale, con mezzi omologati e personale formato) delle Raccolte, sia pure in forma ridotta e meno sistematica, si sono ugualmente tenute. Modesta soddisfazione, se messa in relazione al calo dei donatori, lontana da immediate prospettive di rilancio.

Con uno stato d’animo lontano dai tempi migliori, siamo arrivati alla tradizionale Raccolta della Domenica delle Palme al Teatro La Fenice, quest’anno in un momento particolare della vita della collettività, alla prese con un minuscolo ed implacabile nemico.  Le paure alimentate dalla diffusione del Covid-19 e gli effetti del Lockdown decretato dai DPCM alimentavano dei dubbi e questi imponevano quanto meno una riflessione: Franco Reina (il Presidente) di annullare l’appuntamento non voleva proprio sentirne, io invece nutrivo forti perplessità. Un bel dilemma, risolto da un compromesso: annullare l’evento previsto al Teatro La Fenice e spostarlo in locali del Comune messi a disposizione dal Sindaco, assieme al supporto della Polizia Municipale.

Un compromesso magari un po’ azzardoso, che i numeri però non avrebbero mancato di premiare: 14 Donazioni e 20 Pre-donazioni. Ma l’azzardo – come avreste definito voi le successive decisioni del dinamico Presidente di riproporre nuove Raccolte a cadenza impressionante? – non solo non sarebbe rimasto l’unico, ma sarebbe stato premiato ancora una volta dai numeri: 15 Donazioni e 13 Pre-donazioni (5 aprile), presto seguite da 14 Donazioni e 8 Pre-donazioni (25 aprile).

Al punto in cui sono arrivate le cose, non posso non riconoscere di avere sbagliato e allora non mi resta che fare ammenda delle mie perplessità e rendere il giusto omaggio alla testardaggine di Franco Reina, grazie alla quale è stato e sarà possibile alleviare sofferenze e alimentare speranze.

Grazie, Franco. In un momento di tribolazione hai fatto provare la gioia del donare; in un momento di emergenza hai arricchito di nuove unità il già numeroso esercito di anonimi e silenziosi eroi che quotidianamente operano per il bene altrui; tra le polemiche e le contrapposizioni strumentali che accompagnano l’impegno del Paese a riprendere la vita di sempre hai ribadito l’insostituibile ruolo della vera Solidarietà, quella alimentata dalla spontaneità dei gesti e resa concreta dalla professionalità – e soprattutto dall’umanità –  di operatori disponibili come quelli del Gruppo Fratres di Ramacca.

Nella foto: l’autoemoteca del Gruppo Fratres di Belpasso

Vito Sapienza