Coronavirus. Catania. “Aumentano i casi di contagio nelle multinazionali Pfizer ed STMicroelectronics. L’Ugl favorevole alla riduzione drastica delle attività. Centinaia di lavoratori in apprensione vanno tutelati, impossibile fare a tutti il tampone”. E’ quanto afferma il sindacato in merito alla situazione che si sta creando in queste due grosse aziende che operano nel capoluogo etneo.

“Nella Zona industriale di Catania aumentano i casi di lavoratori positivi al Coronavirus”, dice la nota. “Dopo il dipendente di Pfizer deceduto la scorsa settimana, nell’azienda farmaceutica che impiega 800 lavoratori, altri due casi sono stati rilevati nei giorni scorsi, mentre sono già due i dipendenti risultati positivi al Covid-19 all’interno della multinazionale della microelettronica”.

“Delle cinque storie – si legge nel comunicato -, solo due sono correlate tra loro (il terzo caso in Pfizer lavorava a stretto contatto con il lavoratore che purtroppo non ce l’ha fatta), mentre gli altri stati di contagio, a quanto pare, sembrano essere provenienti dall’esterno”.

“E’ proprio questo – scrive l’Ugl – l’aspetto che ha creato grande apprensione tra gli oltre 700 operatori che si alternano nei turni che, adesso, hanno paura di contrarre il virus. Per questo motivo, dopo la videoconferenza del 19 marzo con Prefettura, Inps, Azienda sanitaria provinciale e parti sociali, ieri mattina con un nuovo meeting telematico tra Confindustria, vertici di Pfizer e sindacati, si è giunti ad una soluzione di sospensione delle attività produttive per una settimana con relativo mantenimento a basso regime del funzionamento degli impianti”.

“Siamo soddisfatti di questa soluzione finale che ricalca il nostro pensiero volto in primis alla tutela dei lavoratori, nonostante fossero state già applicate diverse misure di prevenzione, ma anche a salvaguardia della continuità produttiva, dato che lo stabilimento di Catania deve completare commesse per farmaci salvavita. Inoltre, il nuovo decreto del presidente del Consiglio dei ministri include anche le imprese farmaceutiche tra quelle essenziali da non chiudere”, dicono il segretario provinciale della federazione Ugl chimici Carmelo Giuffrida, con il suo vice Anna Greco, ed i rappresentanti sindacali Angelo Mirabella e Francesca Cassone.

“Fondamentale – si legge nel comunicato – sarà la prosecuzione del confronto quando saremo chiamati a dire la nostra al tavolo tecnico, appositamente istituito, sulle migliorie in materia di protezione e sicurezza da apportare quando torneremo operativi.”

“A chiedere altresì una drastica riduzione, allo stretto indispensabile, all’interno del sito produttivo è anche Angelo Mazzeo, dipendente della STMicroelectronics e segretario provinciale della federazione provinciale Metalmeccanici”.

“Nella giornata di ieri – scrive il sindacato – abbiamo inviato una nota al Prefetto per chiedere di valutare alcune proposte utili in questo particolare momento. Il nuovo decreto, infatti, conferisce ai Prefetti il potere di accordare l’apertura di stabilimenti che dovrebbero essere chiusi, considerato che operano a ciclo continuo e rivestono importanza strategica per l’economia della nazione”.

“Chiudere tutto vorrebbe significare un vero e proprio potenziale disastro finanziario per un’azienda sana che, in questa fase, come tutte, è in difficoltà, ma allo stesso tempo – evidenzia Mazzeo – è doveroso cercare di elevare al 100% lo ‘smart working’ (il lavoro da casa, ndr.) e ridurre al necessario il personale operante nella catena produttiva”.

Sulle due questioni, infine, si registra l’intervento del segretario territoriale Giovanni Musumeci: “In queste ore abbiamo apprezzato quanto fatto sia da Pfizer che da STMicroelectronics e dalla loro volontà di dialogo insieme a Confindustria. Per noi come Ugl, però, la garanzia di protezione dei lavoratori da quest’epidemia viene prima di ogni cosa, anche perché siamo nell’impossibilità di fare tamponi ciclici ai dipendenti e, per questo, ci continueremo a battere in queste come in altre realtà lavorative”.

Redazione