Una guerra senza fine contro una peste che contiene un’altra maledizione, l’ignoranza e la stupidità. Ieri a Catania, oggi nelle vicine Acireale e Biancavilla, si verificano fatti che danno lo spaccato di una società che credevamo appartenesse ad altre epoche. Non è così. Le danze macabre (accompagnate da quel rituale tribale dello “spinello di gruppo”) che ieri trentasei persone hanno inscenato nel popolare quartiere catanese di San Cristoforo, coi Carabinieri esterrefatti e costretti a denunciarli per inosservanza alle disposizioni governative in materia di contenimento del virus COVID-19, danno l’idea dell’irredimibilità di un pezzo di società più portata a rivolgersi alla superstizione che alla ragione.

I controlli dei carabinieri ad Acireale. Sopra: i militari dell’Arma mentre denunciano 36 persone di San Cristoforo che disattendono il decreto sul contenimento del Coronavirus  

Oggi il copione si è ripetuto in provincia, con i militari che hanno denunciato 18 persone nel territorio compreso tra i comuni di Acireale e Viagrande. I Carabinieri del Nucleo Radiomobile hanno sorpreso 5 persone tra i 19 ed i 53 anni che all’interno di un’area di rifornimento erano intente a mangiare, non rispettando alcuna cautela per scongiurare il contagio. E durante il pranzo, tanto per non farsi mancare nulla, giocavano al Gratta e vinci, con quel modo chiassoso e sbracato di tentare la fortuna.

Qualche chilometro più in là ed ecco che la danza macabra continua. Biancavilla. Undici persone – tutte rigorosamente pregiudicate, tutte denunciate – stavano conversando senza mantenere la prevista distanza di sicurezza prevista dal decreto del Governo.

Questo, signore e signori, il bollettino di oggi. Non si parla di persone malate, né decedute: solo di una fauna umana difficilmente definibile. 

Luciano Mirone