“La gente sa che possiamo preparare il Paese per il futuro”. Così Robert Abela, il nuovo premier maltese uscito vittorioso dalle elezioni del gennaio di quest’anno, conclude il suo discorso in occasione dei festeggiamenti per il centenario della fondazione del partito Laburista a Malta. E sembra non essere l’unico a credere all’imminente “futuro roseo” per l’isola.

La fiducia per Abela sembra crescere ogni giorno. I dati parlano chiaro: le prime settimane di questo nuovo governo si sono chiuse in positivo, con un consenso del 62%, e con un 22% circa di oppositori che sembra accolgano bene Abela, a discapito del partito Nazionalista e del suo leader Adrian Delia.

Un partito Nazionalista davvero allo sbando, che raggiunge il minimo storico nei sondaggi. Secondo una buona parte dei simpatizzanti nazionalisti, Delia non sfonda in quanto ha contribuito fortemente all’isolamento della giornalista Daphne Caruana Galizia, uccisa da un’autobomba il 16 ottobre 2017, dopo innumerevoli denunce su una serie di scandali che vedevano il coinvolgimento di diversi uomini del governo dell’ex premier laburista Joseph Muscat, impelagati con mafiosi e faccendieri di mezzo mondo. Secondo quanto emerge, la cronista maltese nutriva “poca stima” nei confronti di Delia – che pure era un oppositore dei laburisti – , al punto da non risparmiargli  delle critiche nel suo blog “Runner Commentary”.

L’auto della giornalista Daphne Caruana Galizia dopo l’attentato. Nel riquadro la blogger

A Malta comunque c’è sempre una “fetta” di popolazione che continua a nutrire dei seri dubbi su diversi aspetti che riguardano questo nuovo governo.

Abela da subito ha rinnovato il Governo, circondandosi di nuovi ministri ed escludendo Konrad Mizzi, unico ex titolare di un dicastero (era fra i principali esponenti del governo Muscat) indagato per l’omicidio di Caruana Galizia a non aver dato le dimissioni, anche se temporaneamente sollevato dall’incarico. Su di lui s’è scatenata un’ennesima bufera, dopo che fonti giornalistiche avevano rivelato una sua nuova ricollocazione come consulente del Ministero del Turismo, con uno stipendio di 80mila Euro l’anno.

Dopo queste rivelazioni, la posizione di Mizzi è stata revocata, ma l’ex ministro continua a restare nel gruppo parlamentare laburista.

Un’altra mossa vincente per il nuovo premier riguarda le tanto richieste dimissioni, in particolare durante le manifestazioni degli scorsi mesi, del capo della polizia Lawrence Cutajar, sospettato di aver agito in maniera “leggera” nei confronti dell’entourage di Muscat (soprattutto nei confronti del capo staff Keith Schembri e dello stesso Mizzi), dopo lo scandalo portato alla luce da Caruana Galizia, in merito alle società offshore di cui gli stessi sarebbero stati soci di maggioranza.

Per il Capo della polizia si è pensato a un ricollocamento affidandogli una carica di consulente presso l’ufficio del Ministro degli Interni. Bisogna tener presente che si tratta di un momento molto delicato per il corpo di polizia maltese per una serie di scandali su cui il nuovo governo sembra aver messo le mani.

I ceri accesi in onore della giornalista dopo l’attentato

Abela sembra quindi dimostrare di saper ascoltare la”vox populi”. Basta fare un altro esempio: il premier ha ordinato di lasciare intatto “il memoriale” dedicato alla giornalista Daphne Caruana Galizia, sito ai piedi del monumento “Great Siege, di fronte al Palazzo di Giustizia di Valletta. Basti pensare che nei due anni precedenti lo smantellamento del sito era ormai un evento quotidiano.

Alcuni, con un pizzico di malizia, dicono che si tratta di “fumo negli occhi”. Durante il processo avviato per far luce sull’omicidio di Daphne Caruana Galizia stanno emergendo elementi che coinvolgono l’ex governo Muscat, su cui l’attuale esecutivo – accusato di essere in continuità con il vecchio – non risponde chiaramente.

Dallo scorso novembre, dopo la rinuncia alla carica di Premier da parte di Muscat, sembra ci sia stato un cambiamento radicale, ma per molti appare qualcosa di apparente. L’unica cosa certa è che l’assassinio della giornalista ha acceso i riflettori su un’isola piena di sole, ma con tantissime zone d’ombra.

E centinaia di persone continuano a radunarsi a Valletta ogni 16 del mese, per celebrare la data dell’assassinio della blogger, invocando giustizia a squarciagola. Le loro voci chiedono che il mistero della sua morte sia risolto e non messo a tacere, asserendo che sarebbe stato davvero impossibile uccidere Daphne Caruana Galizia, se solo non fosse stata così isolata dalle due principali fazioni politiche, accusate pesantemente di aver creato le condizioni che hanno permesso ai suoi assassini di “concludere bene il lavoro”.

Valentina Contavalle