“Robert Abela? Solamente un rimpiazzo strategico di Joseph Muscat”. “Una riproduzione del più corrotto del 2019”. “Una fotocopia dell’infinito impero di Muscat”.
A pochi giorni dal giuramento e dall’insediamento al Castille di Robert Abela, nuovo Primo Ministro maltese – aggiudicatosi la carica con il 57,9% dei voti e accompagnato da una lungo plauso per le strade della capitale – i riflettori sono tutti puntanti su di lui e sul suo futuro operato, dovendo fare i conti con i commenti dell’opposizione e con i malcontenti di quella fetta della popolazione, la quale, da ben 117 settimane, combatte contro chi ha permesso l’assassinio della giornalista Daphne Caruana Galizia, da sempre spina nel fianco del governo per le sue inchieste sugli scandali che hanno visto Malta al centro di intrighi nazionali e internazionali, con parole come mafia, corruzione, omicidi tra le più usate dalla cronista uccisa il 16 ottobre 2017.
Ma chi è Robert Abela? Nato il 22 giugno 1977, è figlio dell’ex presidente della Repubblica – in carica tra il 2009 e il 2014 – George Abela; deputato del Partito Laburista alla Camera del Consiglio maltese, è stato consulente legale del gabinetto di Joseph Muscat.
Inizialmente si mostrò polemico nei confronti della crisi politica di Malta dello scorso anno, denunciando spesso l’operato riguardante l’inchiesta sull’omicidio di Daphne. Poco prima della sua elezione alla carica di Primo Ministro, affermò quanto il Partito Laburista avesse bisogno di cambiamenti radicali.
Così, quel ragazzo che durante i primi giorni della campagna elettorale sembrava essere titubante, ha cercato di conquistare il cuore dei membri laburisti. E adesso, tutti ricorderanno – e per molto tempo – il commosso abbraccio tra il vincente Abela e l’uscente Muscat al momento dello scrutinio finale, fatto con orgoglio e ammirazione per questo suo lascito. Un lascito in cui, tuttavia, molti ancora contano.
Questi i punti con i quali Abela conta di migliorare la situazione dell’Isola:
La proposta del “fiscal rebate”.
Un provvedimento che salta subito agli occhi, per la vasta comunità di investitori esteri che guardano Malta per i propri affari. Si tratta della revisione del cosiddetto “fiscal rebate”, l’istituzione grazie alla quale, fino a questo momento, le aziende di proprietà di residenti esteri hanno diritto ad un pagamento pari al 5 per cento di tasse.
Nel corso di un’intervista televisiva, Abela sembrava si mostrasse preoccupato in merito alla “concorrenza sleale” operata da aziende con capitale estero nei confronti di quelle maltesi. Sebbene attualmente non abbia proposto soluzioni definitive, sembra essere una priorità del nuovo Premier rivedere tale legge.
Regole più severe per i lavoratori stranieri.
Tra i temi portati avanti da Abela, uno dei più “sentiti” dai suoi sostenitori è, ancora una volta, la concorrenza dei lavoratori stranieri, il cui incessante afflusso verso l’arcipelago contribuisce a tenere i salari bassi anche per i maltesi. Tra le soluzioni, oltre a controlli più stringenti per evitare gli abusi, anche il pagamento tracciato dei salari, da eseguire con assegno o accredito bancario, onde evitare il nero.
L’adeguamento dei salari.
Un tema caro al nuovo Premier. In particolare, Abela ha detto di assicurare “parità di salario a parità di lavoro”, per eliminare le discriminazioni che colpiscono molti settori. Già durante il corso di un “faccia a faccia” con il suo rivale Chris Fearne, Robert Abela sembrò stupito in merito al successo economico di numerose imprese, successo che però sembra non faccia seguito ad un aumento dei salari.
Emissione di “bond” per la casa.
L’annosa questione del prezzo degli affitti, diventato un reale problema, non è mancata durante la campagna elettorale. Abela ha sottolineato quanto il vecchio Governo avesse sempre lavorato a tal proposito, per regolarizzarne lo spropositato aumento; tuttavia la situazione era lontana dall’essere risolta, danneggiando, in particolare, famiglie senza reddito o in situazione di emergenza abitativa. La proposta di risoluzione sarebbe l’emissione di bond-casa per finanziare un piano di investimenti, cercando di non creare nuove unità abitative, bensì sfruttare e comprare le abitazioni già presenti e a prezzi di mercato.
Nomina del capo della polizia.
La nomina del nuovo Capo della polizia – carica attualmente ricoperta da Lawrence Cutajar e al centro delle polemiche per l’omicidio di Caruana Galizia – è tra le questioni che hanno investito il Governo in tempo recenti. Attualmente la nomina spetta al governo, ma Robert Abela si è detto d’accordo nel coinvolgere in qualche modo anche le opposizioni nel processo decisionale.
Distribuzione di medicine gratuite per pensionati.
Con un investimento diretto da parte dello Stato di circa 40 milioni di euro per i prossimi 5 anni a partire da ora, Robert Abela si è impegnato a rendere le medicine gratuite per i pensionati maltesi, le cui magre pensioni — ha sostenuto — sono pesantemente intaccate dal costo delle medicine.
Vendita dei passaporti.
Una promessa non “a costo zero”. Uno dei temi più caldi di cui si occupò anche Daphne Caruana Galizia in merito “al controverso programma” di vendita del passaporto maltese – Malta Individual Investor Program – a stranieri in grado di investire milioni di euro, e per cui Joseph Muscat fu spesso attaccato. A quanto pare, le cose non sono poi tanto mutate: durante un’intervista lo stesso Robert Abela ha confermato il bisogno di “non distruggere una tale fonte di reddito”.
Un programma di governo che molti giudicano come un “atto di continuità” – a tratti deleterio per l’economia del paese – confermato dallo stesso Abela, che sembra non volersi discostare troppo dalle linee guida fornitegli dal suo predecessore, enfatizzando il desiderio di stabilità, unità e normalità.
Dunque, la frase “Joseph Muscat è il passato”, degli attivisti di Repubblika e Occupy Justice, pronunciata durante l’attesa per l’elezione del nuovo Premier, sembra esaurirsi in una bolla di sapone: forse continua ad essere “il presente”. Cosa bisogna aspettarsi, se non un futuro ancora incerto, allo stato delle cose? Tutto induce a pensare ad una riabilitazione di quel vecchio governo, giudicato “malato” da tempo. Eppure le parole gridate durante la manifestazione del 5 gennaio “Malta è nostra, del popolo”, risuonano ancora, forti e chiare, per le vie della capitale. E l’unica cosa certa, è il dover lavorare per cancellare quella terribile ombra che ancora aleggia nell’isola di Malta: l’omicidio di Daphne Caruana Galizia. Qualcuno ancora spera nel bene. Ma non ci resta che attendere.
Valentina Contavalle
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