Sei in vacanza, hai 35 anni, un bel marito, un bimbo di 3 anni, un figlio in grembo e tutta la vita davanti. Hai preparato ogni cosa e non vedi l’ora di stringere a te il tuo bimbo e di guardare il padre negli occhi per rendersi conto di che miracolo è la vita. Entri in sala parto, va tutto bene, poi ti riposi dalle fatiche nel tuo letto d’ospedale e avverti tutti i tuoi parenti e i tuoi amici che sei al settimo cielo. Lo dici anche a tua madre, rimasta sveglia nel cuore della notte per poter gioire in diretta. Ti sdrai, ti senti un po’ bagnata, ma pensi che è il parto, pensi al tuo bimbo, senti che qualcosa scorre dal tuo corpo, ma tu non ci vuoi pensare, però ti senti svenire, ti mancano le forze.
Allunghi una mano e le dita si colorano di sangue. No, non può essere, era andato tutto bene. Chiami i soccorsi. Domani devi tenere il tuo bimbo stretto a te e sentirne l’odore, capire se somiglia più a te o a suo padre. I medici ti mettono su una barella di corsa, ti portano in sala operatoria e tu pensi che sarà un’altra gran rottura.
Ma cominci a sentire la vita che scorre via, come il sangue che scende copioso. Chiudi gli occhi, ma non è sonno, proprio non ce la fai a tenerli aperti. Anestesisti e rianimatori darebbero il proprio rene per salvarti, ma il tuo corpo si svuota, il cuore non ce la fa più. Il tuo piccolo dorme beato perché ancora non lo sa che la sua mamma se ne sta andando dopo averle dato l’unico bacio.
I medici insistono ma in quella sala non c’è un chirurgo e il centro trasfusionale è troppo lontano per una che sta perdendo sangue a litri. Il chirurgo non c’è perché i potenti hanno deciso così: niente emergenza e urgenza all’ospedale di Cetraro, provincia di Cosenza, devono risparmiare per pagare parcelle d’oro e doppie fatture agli amici.Finalmente vedi una luce bianca, ma non è una lampada, è il momento di andare. E’ tutto finito.
C’è un bambino che non conoscerà mai sua madre e un uomo diviso tra la felicità assoluta di diventare padre e il dolore lancinante di aver perso sua moglie e la madre dei suoi figli.
Ecco la sanità Calabrese! Ecco la sanità al Sud. Santina è morta. Non voglio più pensare che Cristo si è fermato a Eboli! Siamo nel 2019 e ogni essere umano ha diritto alla salute.Desidero che con urgenza, immediatezza e determinazione:
1) il ministro Grillo risponda per questa tragedia; 2) siano assunti quanti più possibili operatori sanitari (medici, infermieri, specialisti) in tutti gli ospedali del Sud; 3) che saltino fuori i soldi per l’acquisto di macchinari e quanto di utile per gli ospedali, a partire da quei famosi 49 miliioni di cui non si parla più; 4) che Cristo abbia la possibilità di proseguire oltre Eboli! Grazie.
Nella foto: Santina Adamo, morta al parto in questi giorni a Cetraro (Cosenza)
Maria Carmela Furfaro
P.s.: l’autrice di questo scritto ha indetto una raccolta di firme indirizzata al ministro Grillo sulla piattaforma change.org per il miglioramento della sanità al Sud
Lascia un commento...