Una messa di Natale nel segno dell’accoglienza ai migranti quella celebrata a mezzanotte dall’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice. Un Bambino Gesù nero è stato deposto sull’altare della cattedrale della città, dove si trovano anche le spoglie di don Pino Puglisi, il parroco di Brancaccio ucciso dalla mafia e proclamato beato.
Un’iniziativa fortemente voluta dal presule, da sempre in prima linea nella difesa dei migranti e delle persone più deboli. La scena della Natività è stata riproposta a conclusione di una processione in cattedrale. Dal corridoio centrale, procedendo verso l’altare, si è fatto avanti una piccolo corteo formato da otto bambini vestiti di bianco e di blu, sei italiani e due stranieri, che portavano candele e composizioni floreali. Dietro di loro un italiano e una donna di colore hanno portato la statuetta di Gesù di carnagione nera.
Questo quanto accaduto stanotte in Cattedrala. Ma ieri c’è stata la notizia che Palermo è stata definita dall’Unesco “Città antirazzista con la vocazione di città educativa”.
“Palermo chiude l’anno con due riconoscimenti di portata europea, frutto delle iniziative promosse da Unesco Sicilia, d’intesa con il Comune. “Passa una linea che va oltre la cultura della legalità”, dice il sindaco Leoluca Orlando. “Viene premiato l’impegno costante contro ogni forma di discriminazione”, aggiunge Aurelio Angelini, direttore della Fondazione Unesco Sicilia.
L’ultimo passaggio di un percorso avviato ormai da alcuni anni è stata la decisione di ammettere Palermo all’Eccar (European Coalition of Cities against Racism), la rete europea dell’Unesco che riunisce le città contro il razzismo. Il riconoscimento segna l’essenza della città e fortifica il suo ruolo e la sua missione al centro del Mediterraneo. A decidere l’ammissione nella rete Eccar è stata al museo Picasso di Barcellona l’assemblea generale dell’organismo promosso dall’Unesco nel dicembre 2004 e articolato per continenti.
L’Eccar è nato con l’obiettivo di costituire una rete di centri interessati a scambiare esperienze e migliorare le proprie politiche nella lotta contro il razzismo, la discriminazione, l’omofobia, l’esclusione sociale. Con Palermo, accolta con un voto unanime, erano candidate altre città europee: Hagen, Aquisgrana e Münster (Germania), Molenbeek (Belgio), Nizza (Francia) e Göteborg (Svezia). La candidatura di Palermo era sostenuta dall’assessore comunale alle culture, Adham Darawsha, e dal direttore di Unesco Sicilia, Aurelio Angelini. La candidatura è stata presentata come lo sbocco naturale di un percorso avviato da diversi anni che ha coinvolto cittadini, istituzioni e società civile. Il riconoscimento è stato consegnato all’assessore Darawsha e al direttore Angelini dal presidente di Eccar, Benedetto Zacchiroli.
I temi affrontati a Barcellona hanno riguardato minori non accompagnati, monitoraggio e controllo degli atti contro la persona, sostegno alle vittime di atti razzisti. Se ne è parlato con riferimento alle politiche sociali sul territorio, al ruolo strategico delle autorità locali, ai nuovi modelli educativi e inclusivi delle istituzioni pubbliche. L’esame delle iniziative recenti e dell’impegno che viene dal passato ha assegnato a Palermo una sensibilità particolare sui temi dell’inclusione sociale. Una propensione che si collega all’altro riconoscimento di “Learning city”, cioè città che svolge funzioni educative con una lunga attività promossa non soltanto dalle istituzioni formali ma anche dai cittadini e dalle associazioni.
Ansa
Lascia un commento...