Certo che rapinare la prostituta preferita deve fare un certo effetto: ci sei stato tante volte, non puoi non provare un minimo di affetto o quantomeno di tenerezza. Parliamoci chiaro: rubare a una donna è sempre un atto di vigliaccheria, poiché la donna non ha le stesse armi dell’uomo per difendersi,  ma rubare a una donna che decide di fare un lavoro così rischioso è un atto di doppia vigliaccheria. Se poi rubi a una donna che ti ha fatto star bene, a prescindere da tuo status di scapolo impenitente o di ammogliato frustrato, dovrebbe farti sentire una merda. A maggior ragione se poi la picchi pure. E invece non ti sei posto il problema: quelle 400 Euro gliele hai rubate con la forza, hai tentato di scappare come lo stronzo che sei, e per giunta le hai sferrato dei pugni e dei calci?  

Ecco perché bene hanno fatto i Carabinieri della Stazione di Motta Sant’Anastasia (Ct) – su disposizione della Procura distrettuale della Repubblica di Catania – ad arrestarti. Ci scusino i lettori se per una volta non scriviamo un pezzo freddo e distaccato, ma a volte il cronista si lascia prendere dall’indignazione e va oltre.

L’arrestato è un 41enne di Misterbianco. Il provvedimento è stato deciso in esecuzione di un ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari da parte del Gip del Tribunale di Catania in ordine ai reati rapina aggravata e lesioni personali.

Questi i fatti. L’uomo, in una strada della periferia di Motta Sant’Anastasia, nello scorso agosto aveva concordato una prestazione sessuale con una prostituta, alla quale in passato si era più volte rivolto, pagandone regolarmente i servigi ed allontanandosi a bordo della propria autovettura.

Dopo alcuni minuti, però, l’uomo faceva ritorno sul luogo dove la donna esercitava il suo lavoro. Con una scusa le chiedeva in prestito l’accendino ma, al momento propizio, le strappava con violenza la borsa contenente circa 400 euro e tentava di scappare.

Nella concitazione del momento il tizio, data la strenua resistenza della donna, la colpiva con pugni e calci procurandole “trauma contusivo emitorace sx, trauma contusivo alla colonna lombare ed al bacino emilato sx e stato d’ansia reattivo” con una prognosi di 10 giorni.

Per sfortuna dell’uomo, però, aveva assistito ai fatti un cittadino che con il proprio telefonino aveva filmato la scena riprendendo anche la targa dell’autovettura che, dal malvivente, era stata parzialmente oscurata con una busta di plastica.

I Carabinieri, grazie alla circostanziata denuncia della donna ed allo sviluppo degli elementi acquisiti dal video prodotto dal testimone, hanno effettuato un’immediata perquisizione a casa dell’uomo dove oltre all’autovettura, intestata alla madre di quest’ultimo, hanno rinvenuto parte della refurtiva. Il quadro indiziario che ha convinto il giudice ad emettere la misura restrittiva.

Luciano Mirone