La notizia è di ieri, ma è attualissima. “Oggi, 21 ottobre 2019, il Muos di Niscemi (Caltanissetta) è stato dichiarato completamente operativo dopo aver superato il test MOT&E”. Lo spiega il Comitato no Muos che propone un articolo tratto da: https://news.lockheedmartin.com/news-releases?item=128825
dove l’impresa appaltatrice spiega da Denver, nel Colorado, che “una nuova rete cellulare globale, militare, basata su satellite, progettata per rivoluzionare le comunicazioni sicure per le forze mobili è ora pronta per il pieno utilizzo operativo negli ambienti di guerra” . In questo servizio vi proponiamo la versione ufficiale dell’impresa (che riprende in fotocopia quella del governo Usa) e quella scientifica che mette a confronto vari esperti sui dubbi relativi alla salute umana. Questa seconda versione è tratta da un articolo uscito sul sito Fanpage.it.
Ecco la versione statunitense:
“Il Mobile User Objective System (MUOS), sviluppato dall’appaltatore principale Lockheed Martin (NYSE: LMT) con il fornitore di sistemi di terra General Dynamics Mission Systems (NYSE: GD), è stato ritenuto funzionalmente efficace, operativamente idoneo, dopo il completamento con successo del suo test operativo e valutazione multiservizio (MOT & E). Il rigoroso test MOT & E di questa estate, condotto dal comandante della Marina statunitense, Test operativo e forza di valutazione, ha incluso la partecipazione dell’esercito degli Stati Uniti e del Corpo dei Marines degli Stati Uniti.
Le truppe hanno condotto test e addestramento preventivo con il MUOS da quando la rete è stata approvata per l’uso dal Early Combatant Command a luglio 2016. Nell’agosto 2018, il Comando strategico degli Stati Uniti ha approvato MUOS per un uso operativo esteso per includere operazioni non di combattimento come risposta umanitaria, intervento post-disastri e perfezionamento professionale. Il successo di MOT & E ora rende le funzionalità di comunicazione avanzate di MUOS completamente disponibili per l’ambiente di guerra tattica.
Composta da cinque satelliti geosincroni e quattro stazioni di terra , la rete MUOS porta alle truppe dati veloci, voce, video su un sistema sicuro basato su protocollo Internet ad alta velocità. Gli utenti con nuovi terminali MUOS saranno in grado di connettersi perfettamente oltre la linea dell’orizzonte in tutto il mondo e nella rete globale di informazioni, nonché nella rete commutata di difesa. MUOS ha inoltre dimostrato con successo la comunicazione dei messaggi IBS (Integrated Broadcast Service).
“MUOS è un punto di svolta per le nostre truppe, fornendo incredibili nuove funzionalità voce e dati con copertura quasi globale da parte di satelliti che agiscono come torri cellulari a 22.000 miglia sopra la Terra”, ha affermato Kay Sears, vicepresidente e direttore generale della linea spaziale militare di Lockheed Martin di affari. “Immagina di passare alla tecnologia da un walkie-talkie a un moderno telefono cellulare con portata globale. Questo è ciò che MUOS è per le nostre truppe e la sua tecnologia di rete fornirà oltre 10 volte la capacità di comunicazione che il sistema UHF SATCOM legacy può fornire. “
“MUOS fornirà un livello di capacità di comunicazione voce e dati che i combattenti di guerra non hanno mai avuto utilizzando i sistemi legacy SATCOM”, ha dichiarato Manny Mora, vicepresidente e direttore generale della linea di business Space and Intelligence Systems presso General Dynamics Mission Systems. “Con la chiarezza della voce e la velocità dei dati in grado di competere con ciò che i civili apprezzano sul proprio cellulare, MUOS offre comunicazioni tattiche e vantaggi operativi. Ovunque siano schierate le nostre forze, MUOS sarà presente “.
Oggi i satelliti di MUOS, costruiti da Lockheed Martin, forniscono sia la nuova forma d’onda avanzata, la divisione a codice di accesso multiplo a banda larga (WCDMA) i segnali di comunicazione UHF SATCOM legacy per supportare le truppe mentre passano alla rete cellulare più versatile. Il sistema di terra di MUOS, costruito da General Dynamics Mission Systems, ha due sedi negli Stati Uniti, una in Australia e una in Europa – ciascuna delle quali supporta la portata globale, al di là della linea dell’orizzonte, delle comunicazioni a banda stretta del sistema.
L’ufficio esecutivo del programma della Marina per il comando, il controllo, le comunicazioni, i computer, i sistemi di intelligence e spaziali (PEO C4 e sistemi spaziali) e il suo ufficio del programma satellitare per le comunicazioni responsabile del programma MUOS hanno sede a San Diego, in California”.
Ed ecco cosa scrive Roberto Paura su Fanpage.it del 4 febbraio 2013:
“Tre gigantesche parabole, antenne radar per la ricezione e l’invio dei segnali a altrettanti satelliti militari progettati dagli Stati Uniti. È il cosiddetto “segmento di terra” del MUOS (Mobile User Objective System), una costellazione di satelliti per la comunicazione della U.S. Navy che, secondo i consiglieri regionali siciliani del Movimento 5 Stelle, provocherebbe seri rischi per la salute dei cittadini di Niscemi, in provincia di Caltanissetta, dove le antenne sono in costruzione. Le microonde ad alta frequenza prodotte dai radar, infatti, esporrebbero i cittadini a quantità di onde elettromagnetiche che alla lunga potrebbero incrementare il rischio di contrarre tumori, secondo uno studio commissionato a due esperti del Politecnico di Torino. Non c’è ancora accordo nella comunità scientifica sulle conclusioni dello studio, ma nel frattempo il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, ha chiesto la sospensione dei lavori. Che però sono proseguiti.
I rischi del MUOS
Il 31 gennaio, i 15 membri del M5S dell’Assemblea Regionale Siciliana hanno fatto mancare per tre volte il numero legale per l’approvazione del Dpef (il documento di programmazione economico-finanziaria) in segno di protesta contro il governo Crocetta che sarebbe stato troppo arrendevole nei confronti del MUOS. Non un voto contro il Dpef, ma un’astensione simbolica per chiedere alla Regione una posizione più rigida contro gli Stati Uniti che stanno proseguendo i lavori di costruzione: le prime due torri sono già pronte, la terza è quasi completata. Il comune di Niscemi aveva tempo fa commissionato a due esperti, Massimo Zucchetti, titolare della cattedra di “Protezione dalle radiazioni” al Politecnico di Torino, e Massimo Coraddu, consulente esterno al Dipartimento di energetica dello stesso Politecnico, uno studio sull’impatto per la salute dei radar del MUOS. Studio che metterebbe in guardia dai pericoli per la salute del progetto.
La frequenza delle onde prodotte dai radar varia tra i 300 MHz e i 3 GHz ma la radiazione elettromagnetica è estremamente compressa all’interno di un fascio puntato verso il cielo. Il rischio potrebbe derivare da “un malfunzionamento” o “un errore di puntamento” che provocherebbe l’esposizione diretta della popolazione di Niscemi, concentrata in un raggio di 6 km dalla stazione militare, al fascio principale, con possibili “danni gravi e permanenti” principalmente “dovuti all’ipertermia [l’aumento di calore sulla pelle, n.d.r.] con conseguente necrosi dei tessuti” e casi di “cataratta indotta da esposizione a radiofrequenza o a microonde”. Ma il problema deriverebbe anche da effetti più a lungo termine non provocati da un incidente vero e proprio. Secondo gli autori dello studio, infatti, i livelli di radiazione elettromagnetica dell’attuale sito militare preesistente, composto da 41 antenne radar per le telecomunicazioni della marina statunitense e delle rete sottomarina della NATO, sono già superiori al limite imposto dalla legge; cosicché, le super-parabole del MUOS produrrebbero inevitabilmente “un incremento del livello di campo emesso” corrispondente a “un incremento di rischio, per la popolazione residente nella zona, di contrarre vari tipi di disturbi e malattie, tra cui alcuni tumori del sistema emolinfatico”.
Pericoli per la salute non ancora noti
Conclusioni preoccupanti che avevano portato alla richiesta del governo regionale di sospendere i lavori nel sito del MUOS. Lavori che sono però proseguiti, convincendo l’assessore regionale all’ambiente, Mariella Lo Bello, ad adire alle vie legali: “Abbiamo chiesto di sospendere i lavori, noi staremo al fianco del Comune di Niscemi per il ricorso al Tar”, ha annunciato l’assessore. “Sarà l’ufficio legislativo della regione a sostenere la posizione del Comune di Niscemi”. Non tutta la comunità scientifica si dice convinta delle conclusioni dello studio degli esperti del Politecnico di Torino. Intervistato dalla rivista Wired, Alessandro Polichetti, a capo del reparto di radiazioni non ionizzanti dell’Istituto Superiore di Sanità, fa notare che la legislazione italiana è eccessivamente precauzionale, fissando valori limiti in termini di volt al metro quadro che sono di gran lunga inferiori ai limiti internazionali. “Il principio precauzionale applicato nel decreto ha fissato un valore di 6 volt al metro, cifra che, d’altra parte, a mio avviso non ha nessuna base scientifica perché non abbiamo nessuna indicazione quantitativa di quale eventuale rischio corrisponderebbe a determinati livelli di esposizione”, spiega Polichetti, che definisce tale limite “un valore arbitrario”.
Ciò dipenderebbe dal fatto che la normativa italiana, a differenza di quelle internazionali, prende in considerazione in via precauzionale anche possibili effetti sulla salute a lungo termine che non sono ancora noti. Polichetti non è d’accordo: “Nel 2011 l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha esaminato tutti gli studi scientifici relativi alla cancerogenicità dei campi elettromagnetici a radiofrequenza e li ha classificati nel Gruppo 2B, ‘Possibilmente cancerogeni per l’uomo’: ossia non c’è una forte evidenza di cancerogenicità né nell’uomo né nell’animale”. Considerazioni che non convincono il M5S. Gli esponenti dell’Assemblea Regionale Siciliana insistono sul fatto che, in base alla normativa vigente, il cantiere del MUOS non sarebbe mai dovuto partire, violando il principio precauzionale sui potenziali danni dei campi elettromagnetici prodotti”.
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