Un sit-in-conferenza stampa per impedire la realizzazione di un resort sull’Isola di Capo Passero. Si è svolto ieri in piazza dei Due Mari, a Portopalo di Capo Passero. “Da anni lottiamo – dichiara Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia – affinchè non venga fatto scempio di un posto denso di storia e con un delicato sistema ambientale”.
L’isola di Capo Passero si affaccia di fronte a Portopalo, proprio nell’estrema punta meridionale della Sicilia, misura circa 30 ettari ed è separata dalla terraferma da una striscia di mare poco profonda, larga circa 300 metri. Sull’isola esistono ancora i magazzini della vecchia tonnara, dove sono conservati gli utensili della Tonnara di Portopalo.
Adesso una cordata di imprenditori mantovani ha presentato un progetto che prevede, sulla terra ferma nella ex tonnara, di fronte all’isolotto, la realizzazione del blocco centrale: oltre ai 7mila 400 metri quadrati dell’edificio della vecchia tonnara, un parco, giardini e parcheggi adiacenti per un totale di quasi 37mila metri.
Sull’isola di Capo Passero sono previste le dependance che occuperebbero quasi duemila metri quadrati, divisi in 18 suites extra lusso, un ristorante di alto livello, e pontili privati.
“Molti fanno finta di non sapere – continua Zanna – che l’Isola di Capo Passero è inserita nel Piano Regionale delle Riserve approvato con il Decreto dell’Assessore Regionale al Territorio e Ambiente (n. 970 del 10 giugno 1991). Oltretutto, nel 2007 l’Assessorato regionali dei Beni culturali ha apposto al complesso Tonnara di Portopalo di Capo Passero un vincolo di notevole interesse. Il progetto è una mera speculazione edilizia”.
“Già nel 2017 – seguita Zanna – Legambiente Sicilia ha contrastato la realizzazione del progetto con un ricorso alla Regiona siciliana, che aveva annullato il parere favorevole condizionato rilasciato dalla Soprintendenza di Siracusa. Dopo l’annullamento da parte del Tar di Catania del decreto della Regione, valuteremo altre azioni. Con la manifestazione di oggi, chiediamo, per l’ennesima volta, che venga completato l’iter istitutivo della riserva da parte della Regione; che vengano recuperati i magazzini ed i materiali della tonnara, e, di conseguenza la memoria storica di quella parte della Sicilia. Siamo convinti che non cia sia alcun bisogno di cemento e che l’istituzione della riserva naturale, una sua gestione sostenibile e intelligente, insieme all’apertura alla fruizione del Forte che la domina, di proprietà della Regione, potrebbero offrire anche interessanti opportunità economiche”.
Redazione
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