Il Sentiero natura Monte Nero degli Zoppini, situato sull’Etna, in territorio di Ragalna (tempo di percorrenza: due ore; lunghezza complessiva: quattro chilometri e mezzo fra andata e ritorno; dislivello 200 metri) è il primo tracciato realizzato dall’Ente Parco Etna nel 1987, anno dell’istituzione del primo Parco Naturale Regionale, in collaborazione e supporto con alcune istituzioni regionali e enti nazionali. 

Uno scorcio del sentiero. Sopra: un’escursione nel sentiero natura Monte Nero degli Zoppini sull’Etna

E’ probabilmente tra i più conosciuti e frequentati, un itinerario con alto valore didattico, purtroppo con un rilevante difetto, in quanto si percorre un lungo tratto di strada asfaltata (seppure chiusa al traffico veicolare privato).

Un itinerario che racchiude in pochi chilometri diversi motivi d’interesse, con pregevoli aspetti paesaggistici e naturalistici.

L’itinerario comincia dalla distesa di Piano Vetore. Questo sito da dicembre 2002 ricorda un importante evento in occasione dell’Anno Internazionale della Montagna (celebrato dalle Nazioni Unite), il 13 maggio 2009 integrato da un percorso naturalistico-spirituale dedicato a S. Giovanni Paolo II e Le Care Montagne che parlano di Dio, quindi organizzata in loco la scuola sci di fondo Belpasso.

Colonizzata dalle piante pioniere, ai margini la presenza di alcuni filari di pioppi, il sentiero s’inerpica tra colate laviche sino ad un conetto vulcanico, qui si possono osservare le scorie saldate e lateralmente un canale di scorrimento lavico.  Il sentiero si biforca su due direzioni, quella breve in direzione dell’ovile, l’altra in salita per ammirare un’area caratterizzata de vegetazione  rada (vetusti pini e qualche faggio). Si prosegue attraversando il greto di un torrente stagionale, qui l’azione dell’acqua mostra come si è levigata la colata lavica, si raggiunge successivamente la pineta di Monte Denza, dove si osserva la differenza tra la zona a pascolo e quella tutelata, con la naturalizzazione del bosco.  Attraverso una carrareccia si scende di quota, fiancheggiando il Giardino Botanico Nuova Gussonea. Raggiunta la pista altomontana (nel tratto asfaltato), si prosegue a sinistra per duecento metri, dove si incontra una deviazione per il vivaio forestale, da qui si raggiunge la provinciale Adrano-Monte San Leo.

Il tracciato principale prosegue sulla pista altomontana attraversando l’ultima parte della pineta. Il tratto finale dell’itinerario,  su una zona piuttosto assolato,  ritorna a Piano Vetore, attraversando il sito interessato dal tentativo di deviazione con esplosivo, durante  l’eruzione del 1983.

L’accesso al punto di partenza del sentiero natura, contraddistinto da una grande stele in pietra lavica, posta in contrada Serra La Nave-Osservatorio Astrofisico, seguendo apposita segnaletica direzione Etna Sud.

L’ingresso del Giardino botanico Nova Gussonea

 

GIARDINO BOTANICO NUOVA GUSSONEA

Il giardino Nuova Gussonea, fondato nel 1979 tramite una convenzione tra Università di Catania e Azienda Foreste Demaniali Regione Sicilia, si trova sul più alto vulcano d’Europa, nel cuore della regione mediterranea, che è considerata, come poche altre regioni del globo, un “hot spot” della biodiversità (cfr. Myers 1988, Médail et Quézel 1997, 1999). Il giardino Nuova Gussonea ricade inoltre in un Sito di Interesse Comunitario (SIC) e nel Parco naturale dell’Etna; è ubicato a 1700 m s.l.m., in Demanio Forestale, estendendosi su un’area di circa 10 ettari.

Uno altro scorcio dell’itinerario turistico-naturalistico del vulcano

Ha una struttura del tutto particolare, basata essenzialmente su principi sinecologici, che tengono conto delle comunità in cui le varie piante vivono. Tra i principali settori esso comprende: un vivaio, che oggi contiene circa 3000 fitocelle, ove le piante vengono disposte secondo un ordine filogenetico; circa 200 aiuole, nelle quali le piante vengono raggruppate per piani altitudinali; vaste aree ove sono state impiantate fitocenosi boschive, quali esempi rappresentativi del paesaggio vegetale etneo; superfici laviche (del XIII° secolo) con stadi diversi della colonizzazione vegetale; parcelle sperimentali con finalità applicative; una grotta lavica con vari adattamenti della vita vegetale (Poli Marchese 1986). Una vasta area è stata destinata alla collezione dendrologica dell’ arboreto, ancora nelle prime fasi di attuazione, che ospiterà le specie legnose dell’Etna, in numero di oltre un centinaio (Scuderi 1825).

Fra le attrezzature si ricorda il Rifugio dedicato all’insigne Maestro Valerio Giacomini, in cui si trova una collezione di semi che in parte vengono trasferiti alla banca del germoplasma dell’Università di Catania, con cui si opera in collaborazione.

Nel corso degli anni, attraverso un’intensa e incessante attività, condotta in proficua collaborazione con l’Azienda demanio forestale, sono stati realizzati nuovi settori, altri sono stati ampliati e organizzati in modo da favorire l’introduzione e l’adattamento di sempre più numerosi elementi della flora etnea (Poli Marchese 2007).

La denominazione “Nuova Gussonea è stata scelta per ricordare il noto studioso della flora sicula, Giovanni Gussone, e per dare continuità ad una iniziativa similare che risale a circa un secolo fa.

Carmelo Nicoloso

Vicepresidente Federescursionismo Sicilia

Coordinatore Mezzogiorno d’Italia Centro Parchi Internazionale