La barbarie che come un  virus si sta estendendo nel nostro Paese non conosce limiti. Dopo gli insulti piovuti sui Social contro l’autore del graffito realizzato a Taormina, che raffigura la “capitana” della Sea Watch Carola Rackete che salva un bambino di colore, si va oltre. 

Il manifesto che copre il graffito. Sopra: l’opera danneggiata con lo spray

Utilizzando una bomboletta spray, si oscurano e si cancellano i volti della donna e del bambino. Ci chiediamo dove arriveremo, cosa succederà in un Paese nel quale ormai non si prova un minimo di vergogna per gesti di intolleranza come questo.

L’azione di “protesta” di questo esponente della Lega a Taormina, secondo l’Ansa l’avvocato Giuseppe Perdichizzi, che ha imbrattato l’ultima opera realizzata da Tvboy, l’autore del bacio Di Maio-Salvini, va oltre la volgarità ed entra di prepotenza nella categoria della barbarie.

Intanto perché vandalizzare una espressione dello spirito come un’opera pittorica (se sia un’opera d’arte o meno non importa, ma è comunque una espressione dell’anima, e come tale va rispettata) è un atto di inciviltà.

E poi perché lancia un micidiale messaggio di intolleranza, che molti – soprattutto giovani – potrebbero emulare. Evitiamo accostamenti con orrendi periodi della storia per evitare di fare retorica, ma vi confessiamo che lo abbiamo pensato.

L’autore non si è limitato ad imbrattare il murales, ma ha voluto ideologizzare il messaggio, usando parole come “assassini” (anche se nel caso della Sea Watch non ci sono stati né assassini né vittime di assassinii)  e una frase esplicita che inneggia a Salvini e al “prima gli italiani”.

Nel disegno, intitolato ‘Santa Carola protettrice dei rifugiati’, si vedeva la giovane tedesca tenere in braccio un bimbo africano con il giubbotto di salvataggio.
Sul braccio sinistro invece teneva una borsetta di primo soccorso. Sul graffito l’esponente della Lega ha messo un biglietto, che è stato poi strappato da qualcuno, con la scritta: “Noi stiamo con lo Stato italiano e la guardia di finanza, gli assassini in galera. Prima gli italiani e chi li difende. Grazie Matteo”. Non ci sono parole.

Luciano Mirone