Ogni tanto in Italia si apre un vaso di Pandora, uno a caso, e tutti inorriditi e sconcertati commentiamo e malediciamo. Improvvisamente ci siamo accorti che esiste Bibbiano, e che tutti, in fondo, viviamo a Bibbiano. Siamo un popolo di santi, di poeti, di navigatori e… di cascati dal pero.

Atterrati dal mitico albero, stavolta non in piedi, abbiamo dovuto guardare l’orrore che per anni non abbiamo voluto vedere. I video dei bimbi strappati ad uno dei genitori o alle famiglie, e portati via con la forza, girano da anni, ma stavamo tutti appollaiati su quel bellissimo albero, e non abbiamo badato alle grida d’aiuto, alle denunce, agli articoli di coraggiosi giornalisti, alle proteste di poveri genitori annientati dal dolore e dalla paura.

D’improvviso i nostri occhi e le nostre orecchie, i sensi ed il cuore, soprattutto di chi ha figli, sono stati trafitti da quei video, da quei pianti, da quei singhiozzi disperati, dalle letterine strazianti, dai regali ammucchiati e mai consegnati, dai disegni stravolti e violentati anch’essi. Nulla hanno lasciato a quei bambini, tutto è stato tolto loro, ogni cosa è stata profanata e dilaniata.

Anche e soprattutto i ricordi d’amore, gli abbracci di mamma e papà, le risa, i giochi, il sonno al sicuro nel lettone. Hanno strappato a quei bambini tutto quello che li poteva rendere adulti equilibrati e sereni, forti, capaci di essere felici, aperti all’amore.

E sembra di vederli, quegli elettroni in piccole dosi, (piccole scossette, hanno tenuto a sottolineare, roba da poco), come malvagi soldatini, attaccare ed uccidere quei ricordi d’amore, capaci di illuminare la nostra vita, dovessimo campare cent’anni, e in grado di tenerci in piedi anche con la schiena spezzata.

E li immagino, i corpi esangui di quei ricordi, tutti anneriti, buttati chissà dove, o forse in un pozzo profondo e nero, senza fondo.

Ecco! Ci siamo improvvisamente accorti che mentre la ragione di tutti noi dormiva, i mostri prendevano forma e corpo, e sono venuti a vivere fra noi, e a rubare i nostri figli.

Non bastasse questo strazio, veniamo anche offesi dalle volgari strumentalizzazioni delle varie forze politiche, sconcertate e sorprese anch’esse da tanto orrore; legislatori e parlamentari sì, ma da sopra il celeberrimo albero da frutto. Cosa potevano mai vedere da lassù?

E poi i poveri genitori straziati, ormai assediati dai politici, accorsi a portar loro conforto e comizi, pacche sulle spalle e roboanti promesse di infallibili vendette, il tutto col codazzo di reporter e tv, gareggiando su chi pianta lo stendardo più grande sul campo di battaglia di Bibbiano.

In tutto questo squallore mediatico ed inarrivabile miseria di spirito, la consolazione viene dalla gente comune: madri e padri, nonni, zii, ragazzi, che spontaneamente sono scesi in piazza a protestare e a chiedere giustizia. Da giorni ormai, in tutta Italia, scarpine bianche vengono deposte sui gradini dei municipi, sui sagrati delle chiese, nelle piazze.

Esse sono il simbolo della presa di coscienza da parte di tutti gli italiani della mostruosità accaduta a Bibbiano. Significa anche che temiamo che simili atrocità, per i più svariati motivi, da quelli personali o di devianze, ad economici, siano accaduti ovunque nel nostro Paese.

Chiediamo giustizia, tutti noi semplici cittadini, senza bandiere o stendardi, per queste famiglie violentate e per questi bimbi segnati per sempre, e chiediamo a gran voce che venga cambiata questa legge assurda, che permette a qualcuno di avere potere di vita e di morte su delle povere famiglie che vivono un disagio, sia esso economico, sociale o psicologico. Spesso famiglie disagiate non chiedono aiuto ai servizi sociali perché temono che gli vengano sottratti i bambini, e questo è indegno di un Paese civile!

Anche nel mio paesino, Calatabiano, noi cittadini, spontaneamente e senza finalità politiche di alcun tipo, abbiamo portato scarpine bianche sul sagrato della chiesa, nella nostra piazza. Abbiamo, e vogliamo sempre, con schietta semplicità, dimostrare la nostra solidarietà e vicinanza a chi ha subito questa inaudita violenza; ai bambini in primis, e poi a dei genitori, che senza alcuna colpa, si sono visti strappare il bene più grande e prezioso, i figli.

Promettiamo di non scordarcene, di vegliare e di vigilare, anche quando i riflettori si saranno spenti. Adesso sappiamo, sappiamo come e dove guardare, come ascoltare, e li sentiamo quei singhiozzi soffocati, anche molto vicini a noi. Attendiamo e pretendiamo giustizia, e che sia veloce.

I bambini non si toccano, proteggiamoli, e per farlo dobbiamo proteggere ed aiutare le famiglie in difficoltà, non orbarle dei loro tesori!

Vi prego, non addormentiamoci più, non lasciamo sopire le nostre coscienze; i mostri sempre ci sono stati e sempre ci saranno, e se non saremo veglianti, verranno a rubarci quel che abbiamo di più prezioso.

Ida Bonfiglio