Quello che vedete è il momento dell’ingresso dell’esercito anglo-americano a Belpasso. Agosto 1943. La foto è bellissima perché immortala un avvenimento unico, di cui le persone più anziane hanno un ricordo nitido, vivo, che li fa vibrare e palpitare per i momenti tristi e esaltanti che vissero.

Ma questa foto è bellissima perché fa vedere com’era Belpasso un tempo e come è rimasta nei miei ricordi di bambino quando eravamo negli anni Sessanta: palazzi antichi, signorili, case basse, gentili, ridenti, piene di fiori. L’edificio a destra è il Club Progressista, quello di fronte Villa Bellecci, che alcuni decenni orsono venne vergognosamente demolita per fare spazio al grigio e insulso palazzo della Banca Popolare di Belpasso.

In Via Roma (la via principale della città) tanti bellissimi manufatti barocchi hanno fatto la fine di Villa Bellecci, come se il paese, dagli anni Settanta ad oggi, avesse subito un bombardamento peggiore di quello della guerra (da questo punto di vista, la foto è una splendida metafora).

Ma la vera vergogna è che al cospetto di questi scempi la città non è mai insorta,non si è ma ribellata, non ha mai sputato in faccia chi ha autorizzato lo scempio, a chi ha trasformato un “paese ridente” in un paese dormitorio.

Forza ragazzi, adesso guardiamoci questa bella foto, pronunciamo una bella frase nostalgica e da domani continuiamo la vita vuota e insignificante di sempre. Ma soprattutto vergogniamoci.

Nella foto: l’ingresso dell’esercito anglo americano a Belpasso nell’agosto 1943 (foto Ezio Costanzo)

Luciano Mirone

P.S.: Gianni De Luca ci informa tramite mail inviata al giornale e Agata Longo tramite Social che “la casa dirimpetto al Club è la casa del barone Romeo. Villa Bellecci era sulla 2′ Retta ponente, tra la 17^ e la 18^ Traversa”. Ringraziamo Gianni e Agata per la precisazione, che però purtroppo non cambia la sostanza dei fatti, perché sia la casa del barone Romeo, sia Villa Bellecci sono state impietosamente demolite con la complicità di tutti.