Anche le segreterie provinciali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl plaudono all’iniziativa intrapresa dall’Arcivescovo di Catania, monsignor Salvatore Gristina, che tramite l’Opera diocesana assistenza ha messo in azione la macchina della solidarietà per venire incontro alle esigenze dei diversamente abili, seguiti dal Comune di Catania in relazione al servizio di trasporto.

“Apprezziamo la presa di posizione concreta del pastore diocesano che, con concretezza, ha attuato con questa azione ciò che conteneva il documento della curia emanato nel periodo pasquale, sottolineando ancora una volta come la sinergia tra gli enti e le istituzioni sia indispensabile in una fase particolarmente delicata come quella che sta vivendo la nostra città – dicono  Giacomo Rota, Maurizio Attanasio, Enza Meli e Giovanni Musumeci. Ed è ciò che abbiamo auspicato sin da quando abbiamo fortemente voluto avviare il tavolo di confronto sul dissesto, attraverso anche i sit-in e le manifestazioni ‘Catania è viva, nessuno spenga la luce’, affinchè ognuno di noi faccia responsabilmente la propria parte per aiutare l’ente comunale ad evitare il collasso definitivo. In questo caso si tratta però di una soluzione straordinaria che, ovviamente, non può sostituire un servizio normale che genera peraltro lavoro. Ci auguriamo adesso, che questo spirito di soccorso e di fattivo intervento provenga anche dalla Regione e dal governo nazionale, perchè un caso come quello di Catania non può essere declassato al solo livello locale, ma è una vertenza nazionale che interessa tutti, nessuno escluso”.

Ma se la città risponde con azioni concrete, lo stesso non può dirsi – affermano i sindacati – dell’Amministrazione comunale. Infatti, mentre le organizzazioni sindacali confederali si adoperano – denunciano ancora i sindacati -, insieme ad altre associazioni di categoria e patti sociali, per trovare risposte ai tanti problemi della città, Palazzo degli elefanti, oltre a non attuare alcuna forma di lotta dell’evasione ed elusione fiscale, attiva profondi processi di trasformazione delle partecipate senza avviare alcuna concertazione con le rappresentanze sindacali.

Le sigle sindacali proseguono: “Ci chiediamo, infine, come mai l’assessorato alle politiche sociali non ha ancora avviato il confronto con la città per redigere il nuovo piano di zona socio-sanitario, che porterebbe ingenti risorse per le politiche sociali e sanitarie per gli anni 2019, 2020 e 2021. In questo senso – concludono i segretari – ci rivolgeremo ancora una volta a sua eccellenza il prefetto per la convocazione di una specifica riunione del tavolo di crisi per Catania”.

Redazione