Cariddi è l’ultima creatura della casa editrice etnea Rossomalpelo e il primo numero, “Apocrifo siciliano”, ci conduce verso storie e visioni di una Sicilia più apocrifa che autentica.

Sugli scaffali di molte librerie dell’Isola ha fatto la sua comparsa una misteriosa rivista, tutta siciliana, dal nome mitologico e da un’insolita copertina. Te ne accorgi subito che si tratta di qualcosa di diverso: i contrasti del bianco e del nero, dati dalle superbe illustrazioni dell’artista catanese Chiara Nott, fanno presagire un viaggio inusuale e magico.

Questo mostro vorace, interamente fatto da libri letti, è uno scrigno di visioni e racconti di una Sicilia sommersa; ben lontana dal connubio sole mare e dai rassicuranti colori dei canditi. Si legge di Giganti, di favole tramandate alla luce fioca delle conche, di nubi purpuree che divorano l’Isola, di pesci mostruosi e di “gotico siciliano”. E poi ecco una Frontiera che si sposta a Sud: e scopriamo che la nostra è anche terra di cow-boy, con case abusive da difendere e pistole fumanti alla Sergio Leone e non si resiste alla curiosità di cliccare su youtube per vedere qualche scena del film tv “Quattro carogne a Malopasso”, western ambientato a Custonaci, in provincia di Trapani.

Abbiamo incontrato i quattro giovani editori che hanno dato vita a Cariddi. Spiega Marco Tomaselli: “Cariddi nasce dopo una lunga e tribolata gestazione, e mi pento subito di queste parole, perché la gestazione di una creatura mostruosa è lunga e tribolata per definizione, se non per cliché. Eppure mi sento quasi costretto a ribadirlo, sguazzando nei luoghi comuni, perché una creatura mostruosa che si rispetti non può incutere timore e stupore soltanto alla vista, nel suo prodotto finale, ma anche nel processo produttivo, la gestazione, per l’appunto. Lunga, abbozzata più di un anno fa, Cariddi ha avuto bisogno di tempo per manifestarsi nella sua natura multiforme di mostro marino o di moderna chimera. Figlia illegittima del desiderio e della falsificazione, Cariddi nasce per far convivere realtà e fantastico, annullandoli, e imporsi come terza via”.

Il continuo oscillare tra realtà e finzione che è presente in tanta letteratura siciliana…

“Senza dubbio l’idea di Cariddi partendo dalla Sicilia deve molto alla letteratura siciliana”, spiega Giovanni Fazio, “e quindi a concetti come quello di Sicilitudine (caro a Bufalino), oltre che alla relazione tra vero e falso, trattata da autori come Pitrè e Laura Gozenbach, protagonisti di un articolo di Cariddi. Su questa relazione abbiamo dedicato il primo numero, dove il vero e falso sono presenti da un lato con articoli sulla Sicilia che esiste ed è esistita, dall’altro con proposte di una Sicilia che poteva essere o che potrebbe essere stata. Una sorta di viaggio che porta il lettore a calarsi negli abissi letterali (ma non solo) per capire che la Sicilia non è solo quella fatta di sole e mare, ma anche quella dei Giganti, dei Cowboy e delle Lamprede”.

Dalle favole della tradizione al culto dei morti, raccontate una Sicilia lontana dai luoghi comuni, ma la nostra infanzia, soprattutto per chi ha avuto la fortuna di avere dei nonni, è segnata da racconti fantastici che si tramandano di generazione in generazione…

“La Sicilia abita nei dintorni di un luogo comune, a volte lo vive” racconta Rosario Battiato. “Forse è un territorio che, per la sua stessa natura di facile riduzione a concetto, o a marchio, si avvicina a esserlo, quasi fosse uno statuto auto imposto. Anche se, bisogna dirlo, i luoghi comuni variano: tra il Settecento e l’Ottocento era la terra oscura e indomita per eccellenza, non a caso ambientazione di una sfilza di romanzi gotici più o meno noti che ebbero larga eco oltremanica, poi in tempi più recenti, tanto per farla semplice, terra di mare e bellezze naturali, intessuta di meraviglie e solarità. La Sicilia che vogliamo proporre, invece, è multiforme, così come lo spirito di questa rivista che, come prima uscita, non a caso, si è concentrata sull’Apocrifo Siciliano, che racconta cioè le molteplici versioni dell’Isola. Tra queste ha assunto un ruolo rilevante, proprio perché maggiormente occultata in questi ultimi anni, quindi meno luogo comune di altri, quella fantastica, che abbiamo rintracciato da diversi rivoli: dai racconti dei nonni, certamente, ma anche dall’egregio lavoro di Pitrè sui racconti contadini e, in generale, popolari, e da una sfilza di romanzi e racconti siciliani, o ambientati in Sicilia, che hanno fornito profilo e spessore alla dimensione fantastica siciliana”.

Lungo il percorso di lettura, troviamo illustrazioni e progetti fotografici. Insomma Cariddi raccoglie varie anime e appare chiaro l’intento di dar voce a varie forme d’arte.

“La scelta di spaziare tra i vari linguaggi artistici è nata in maniera naturale”, conclude Gaetano Schinocca. “Siamo dell’idea che il nostro discorso risulterebbe monco se venisse affrontato da un solo punto di vista; le varie culture, le varie sensibilità, le diversità di linguaggio in contatto fra di loro offrono non solo una complessità semantica fondamentale per parlare di una terra che esiste grazie alla mescolanza culturale, non solo dicevo: concedono al lettore un certo ritmo e un suono, in Cariddi è altrettanto importante, tanto è vero che ogni articolo ha un brano consigliato che va a formare la playlist del numero. Cariddi è un gorgo affamato e dentro di esso ci finiscono tutti i linguaggi artistici: Cariddi odia i muri e le barriere”. Per saperne di più : http://www.rossomalpeloedizioni.it

Marina Mongiovì