Intitolare l’Aula consiliare e lo stadio comunale San Gaetano all’ex sindaco di Belpasso (Ct) Domenico Martinez (1903-1999), di cui quest’anno ricorre il ventesimo anniversario della morte. E’ la proposta che questo giornale lancia al Sindaco, alla Giunta, al Consiglio comunale e alla Società civile per ricordare degnamente uno dei più grandi Sindaci di Belpasso, una figura che dopo la Seconda guerra mondiale seppe risollevare le sorti di questa cittadina piagata dagli orrori del conflitto bellico.

Belpasso. lo stadio comunale San Gaetano. Sopra: il municipio

La figura di Martinez si inscrive nel contesto delle personalità più significative che la storia di Belpasso ha prodotto, al pari di Martoglio, di Russo Giusti, di Pippo Caruso, di Giuseppe Sambataro (di cui il direttore di questa testata, negli anni Novanta, si fece promotore della proposta per l’intitolazione di una via, che il Consiglio comunale approvò).

Innanzitutto perché Martinez seppe coniugare il principio di legalità con quello di efficienza amministrativa. Basti dire che nel periodo in cui fu sindaco (dal 1952 al 1960 e successivamente alle fine di quel decennio) ripianò il pesantissimo debito contratto dalle Amministrazioni precedenti, portando il Comune di Belpasso ad avere un bilancio in attivo che gli permise di realizzare lo stadio San Gaetano (dal nome dell’omonimo quartiere) che adesso potrebbe chiamarsi Stadio comunale San Gaetano “Domenico Martinez”, il municipio, la villa comunale, l’ufficio postale, la strada per l’Etna e tante altre opere pubbliche di cui ancora la città usufruisce.

Il giardino comunale Nino Martoglio

E poi perché pagò di persona il suo dissenso dal fascismo. Di idee socialiste e cattoliche, Martinez ebbe come modello il socialismo riformista dell’ex sindaco di Catania Giuseppe De Felice, padre dello Statuto dei lavoratori, che all’inizio del Novecento cambiò il volto di Catania morendo praticamente povero, e ispirandosi contemporaneamente alla figura del cardinale Giuseppe Benedetto Dusmet, grande esempio di carità cristiana e punto di riferimento dei poveri di Catania.

Per avere avuto la “colpa”, nel 1924, di avere ricordato al Circolo operai di Belpasso l’assassinio per mano fascista di Giacomo Matteotti, gli fu precluso, durante il ventennio, il concorso in magistratura. Laureatosi in giurisprudenza, svolse brillantemente la professione di avvocato a Catania, a quanto pare con un paio di spioni alle calcagna che lo seguivano nei tragitti quotidiani.

Quello del sindaco Martinez fu un periodo bellissimo per Belpasso, pieno di speranze e di ideali, caratterizzato dall’antagonismo fra i progressisti della lista civica Uniti per Belpasso (di cui Martinez fu leader) e i clericali della Democrazia cristiana, che ogni sera, nel periodo della campagna elettorale, davano vita a memorabili comizi per i quali piazza Umberto si riempiva di uomini, di donne, perfino di bambini con la passione per la politica e per il futuro.

Non c’è persona anziana, a Belpasso, che per indicare quel periodo straordinario non dica: “Ai tempi del sindaco Martinez”. Ricordiamolo degnamente.

Luciano Mirone