Una giornata di confronto tra agricoltori, tecnici e docenti universitari sulla questione “Stop al glifosate”, il diserbate più venduto al mondo. L’Associazione Italiana Agricoltura Biologica (AIAB), da sempre impegnata per la promozione del cibo “sano”, del cibo biologico a corto raggio ha voluto riunire il mondo della scienza con il mondo dei produttori, presso l’Università degli Studi di Palermo, per fare il punto della situazione sull’utilizzo del glifosate in agricoltura.

L’evento dal titolo: “Modelli di gestione agroecologica dell’ambiente e prodotti chimici di sintesi: il caso del glifosate”, vuole essere solo l’inizio di un percorso che porterà all’abolizione del diserbante nel mondo agricolo. L’incontro è stato occasione per fare il punto della situazione circa i rischi dell’’utilizzo improprio del glifosate in agricoltura, che ha creato danni irreparabili sia all’ambiente, che all’agroecologia, ma soprattutto alla salute dell’uomo. Infatti, il glifosato non è presente solo su frutta e verdura, ma in molti cibi come pasta, farine e farinacei, carne, latte e derivati e soprattutto, in oltre 85 per cento dei mangimi per l’allevamento. Un uso del genere – è stato detto – crea seri problemi alla salute dell’uomo. L’agricoltura biologica certificata è, sicuramente, la scelta migliore per tutelare il benessere delle persone.

L’obiettivo della manifestazione, dice Alfio Furnari – Presidente Regionale AIAB Sicilia- è di bandire non solo l’utilizzo del glifosate in agricoltura, ma anche quello di redigere una legge regionale ad hoc. Tra le iniziative che vogliamo portare avanti c’è sicuramente quella di indurre il Governo siciliano a togliere i
finanziamenti previsti agli agricoltori che usano il glifosato e i neonicotinoidi”.

Redazione