Truffa e falso ideologico: una nuova tegola giudiziaria si abbatte sul sindaco ‘sospeso’ di Riace per la gestione dei migranti nel centro calabrese. “Dalla Procura di Locri accuse assurde. Truffa? Ma di cosa stiamo parlando?”, dice Mimmo Lucano all’Adnkronos dopo il nuovo avviso di garanzia a poche ore dal rinvio a giudizio. “La Prefettura mi contattò nell’ambito dell’emergenza sbarchi, chiedendomi un aiuto per accogliere persone, ricordo, scappate da guerre e persecuzioni – sottolinea Lucano raccontando la dinamica dei fatti -. E io, di fronte a un dramma del genere, non sono mai restato insensibile. Quindi, a mia volta, io mi rivolsi alle cooperative del luogo, beneficiarie tra l’altro del contributo per l’accoglienza. Io non ci ho guadagnato come dicono, la mia azione a Riace non ha mai avuto tornaconti personali. Ho solo creduto in un’idea”.
Poi, in merito al certificato di abitabilità, dice: “E’ una competenza dell’ufficio tecnico. E comunque per me l’emergenza in quel momento era dare un tetto alle persone da accogliere, stessa esigenza della Prefettura. Quelle case erano ‘sane’. A tal proposito, però, vorrei fare una domanda: ma a San Ferdinando sono mai stati chiesti i certificati di abitabilità? Eppure dentro la baraccopoli sono morte delle persone. Ma nessun fascicolo è stato aperto”. Lucano racconta poi di tutte le iniziative, dal recupero ambientale al bene collettivo, che hanno fatto di Riace anche un modello di accoglienza. “Abbiamo ricostruito l’identità del luogo, mi fa male al cuore pensarci…”.
“Prima mi chiedono aiuto e poi mi condannano – si sfoga ancora -. Sono solo e sto vivendo una sofferenza enorme. Siamo in una società dove prevale solo la distruttività e tutta questa storia sembra essere sotto l’influenza politica. So di essere nel giusto. Seguo un ideale di giustizia e umanità e posso andare avanti all’infinito, nonostante il calvario che sto vivendo. La verità verrà fuori. Io non ho paura”.
Sibilla Bertollini (Adnkronos)
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