Si svolgerà martedì 11 aprile, alle 11,30 a Palermo, presso la sala Perriera dei Cantieri culturali della Zisa, la conferenza stampa di fine riprese del film “Il Delitto Mattarella” per la regia di Aurelio Grimaldi, co-prodotto da Cine 1 Italia con mezzi propri e in qualità d’investitore esterno dalla società  Edilizia Acrobatica Spa e da Arancia Cinema (con il supporto della Sicilia Film Commission e Sensi Contemporanei).

L’ex presidente della Regione Sicilia, Piersanti Mattarella. Sopra: Il cadavere dell’uomo politico dopo l’omicidio. Accanto a lui il fratello Sergio, attuale presidente della Repubblica

Previsti gli interventi di Nello Musumeci, Presidente della Regione Sicilia, Gianfranco Micciché, Presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Luigi Miceli, sindaco di Tusa; Nicolò Nicolosi, Sindaco di Corleone; Nicola Rizzo, Sindaco di Castellammare del Golfo, Pete Maggi, produttore Cine1, Aurelio Grimaldi, regista e Alessandro Rais della Sicilia Film Commission. Le riprese iniziate il 4 marzo, hanno coinvolto un ricco cast siciliano, composto da Claudio Castrogiovanni, Domenico Ciaramitaro, David Coco, Fabio Costanzo Vincenzo Crivello, Francesco Di Leva, Donatella Finocchiaro, Lollo Franco, Sergio Friscia, Ivan Giambirtone,  Leo Gullotta, Guia Jelo, Francesco La Mantia, Vittorio Magazzu’, Tuccio Musumeci,  Toni Sperandeo,  Andrea Tidona, Un vero e proprio tributo alla memoria di Piersanti Mattarella da parte degli attori siciliani coinvolti nel progetto che si avvale, a sua volta, di una troupe interamente siciliana.

Aurelio Grimaldi da anni raccoglie materiali sul caso-Mattarella. Dopo l’elezione del fratello Sergio al Quirinale ha scritto una sceneggiatura densa di fatti e documenti, con l’intento di combattere l’oblio in cui è caduta la vicenda. Tra i personaggi le prime due cariche dello Stato, Sergio Mattarella e l’allora Presidente del Senato Pietro Grasso, che quel 6 gennaio 1980 era un giovane PM di turno e quindi titolare di inizio indagini sull’omicidio. Circondati da politici poi pluricondannati (Ciancimino), uccisi dalla mafia per non aver rispettato i patti (Lima), suicidi per sensi di colpa (Nicoletti), condannati ma prescritti (Andreotti) e boss mafiosi come Stefano Bontade e poi Totò Riina, che ne prese il posto col  sangue, dando inizio al predominio dei Corleonesi.

Aurelio Grimaldi, regista del film

“Piersanti Mattarella – sottolinea Grimaldi –  è una figura ingiustamente dimenticata. A Roma e Milano non esiste nemmeno una via a lui dedicata. La discrezione della impeccabile famiglia e del fratello Presidente della Repubblica sono senza pari”.

LA STORIA. Il Presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella fu ucciso a Palermo, nella centralissima Via Libertà, il 6 gennaio 1980. Secondo la vedova, Irma Chiazzese, il killer fu il terrorista di destra Valerio Fioravanti, da lei ripetutamente riconosciuto. Secondo il Giudice Istruttore, Giovanni Falcone, Mattarella fu ucciso da neofascisti per uno scambio di “servizi” tra Cosa Nostra, Banda della Magliana (che trattava col capomafia Pippo Calò il riciclaggio dei soldi mafiosi) e i NAR di Fioravanti, interessati a far evadere, con l’aiuto della mafia, il leader Concutelli, provvisoriamente rinchiuso nel carcere Ucciardone di Palermo. Ma Mattarella aveva avviato in Sicilia una giunta bianco-rossa con l’appoggio del PCI, in anticipo sulla Solidarietà Nazionale del suo maestro Aldo Moro, con Berlinguer. I principali avversari politici di Mattarella furono i suoi compagni di partito: Lima, Ciancimino, Gioia e Nicoletti. Secondo Giovanni Falcone non erano state trovate prove di una loro diretta responsabilità nell’omicidio-Mattarella. Ma il processo-Andreotti (con l’ex-premier democristiano dichiarato colpevole di associazione mafiosa fino al 1980, ma prescritto) ha comprovato, come scritto in sentenza sia di 1° grado, che di 2° grado, che di Cassazione, che Andreotti incontrò il boss Stefano Bontade subito prima dell’omicidio Mattarella, venendo a conoscenza che Cosa Nostra intendeva eliminare quello scomodo politico onesto, ma non fece nulla per proteggere il compagno di partito.

Redazione