“Ciao, mi chiamo Don Palmiro Prisutto e sono il parroco della diocesi di Augusta, in Sicilia. Da quattro lunghissimi anni tengo una lista di nomi molto particolare: la lista dei morti di tumore di Augusta. In In questa zona della Sicilia stiamo morendo; moriamo di puzza, moriamo di inquinamento, moriamo di tumore”.

E’ la lettera drammatica che il prete di Augusta (Siracusa) scrive a tutti i cittadini italiani (e non solo) per sensibilizzarli ad apporre la loro firma sulla piattaforma Change.org (150mila nel giro di alcune ore) allo scopo di sensibilizzare il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro dell’Ambiente Sergio Costa e il presidente della Regione Nello Musumeci a intervenire per fermare l’ecatombe di morti per cancro che da decenni non risparmia questo piccolo centro un tempo bellissimo nel quale negli anni Cinquanta fu impiantato il polo petrolchimico.

Augusta. Le ciminiere del polo petrolchimico. Sopra: Don Palmiro Prisutto

“L’incidenza del cancro – dice don Palmiro – qui è molto più alta della media nazionale e nonostante le nostre richieste di aiuto le istituzioni rimangono sorde ai nostri appelli e non ci resta che seppellire i nostri cari, i nostri fratelli, le nostre sorelle”.

“Qui ad Augusta – prosegue – le aziende del petrolchimico da anni zittiscono i cittadini e ostacolano il confronto, il nostro diritto alla salute e ad un ambiente più pulito”.
“Ti chiedo a nome mio e di tutti quanti stanno soffrendo – conclude il parroco di Augusta – di unirti a questo appello affinché le istituzioni finalmente si attivino per attuare una transizione ecologica in questo lembo di Sicilia e per migliorare il monitoraggio della qualità dell’aria. Ti ringrazio di cuore”.
Questo l’appello di don Palmiro Prisutto, associato a quello più circostanziato di un altro cittadino di Augusta, Giuseppe Patti, che scrive: “Che cosa respiriamo nel quadrilatero industriale di Augusta, Melilli, Priolo e Siracusa? Nel 2017 a seguito di diversi esposti, la Procura della Repubblica di Siracusa ha posto sotto sequestro, per la prima volta, due impianti di raffinazione – Esso e Lukoil – perché ha accertato che le immissioni in atmosfera degli impianti erano fuori legge ed ha imposto una serie di prescrizioni per tutelare l’ambiente e di conseguenza la salute dei cittadini. In risposta a tali prescrizioni la Exxon ha venduto i propri impianti e la Lukoil ha accettato di rispettarle”.

Don Palmiro Prisutto, il prete coraggio di Augusta (Siracusa)

“Il monitoraggio della qualità dell’aria – denuncia Patti – è affidato a 3 centraline dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale e a 8 centraline della ex Provincia Regionale, purtroppo spesso spente o mal funzionanti. Queste centraline inoltre sono in grado di registrare solo alcuni inquinanti, ma non tutti, a causa del mancato aggiornamento del Catasto Nazionale degli Inquinanti da parte del Governo Nazionale”.

“Che correlazione c’è – si chiede l’organizzatore della petizione – tra l’inquinamento industriale e i tantissimi casi di morte per tumore che si registrano tra la popolazione di questa zona di Sicilia?”.

“Nel 2001 – scrive ancora Patti – grazie all’inchiesta della Procura di Siracusa denominata ‘Mare Rosso’, e grazie al lavoro che ha svolto il dottor Giacinto Franco, primario di pediatria dell’ospedale di Augusta, si è accertato che le malformazioni di alcuni bambini erano causate dagli sversamenti di mercurio nella rada del porto di Augusta”.

Un’immagine del polo petrolchimico di Augusta

“Nel 2002 – seguita la denuncia – nelle campagne vicino a Priolo si verifica un miracolo: nel pozzo del signor Cannamela, invece dell’acqua, viene estratta benzina. Si scopre così che questa proviene dai serbatoi dell’AGIP e che sono state compromesse le falde acquifere e con molta probabilità anche il mare di Marina di Priolo è stato contaminato”.

Non è invece possibile – prosegue l’esposto – conoscere come mai in queste zone ci sono tutti questi casi di tumore: è impossibile ricevere informazioni su quanti cittadini usufruisco del codice di esenzione 048 per patologie tumorali, l’Azienda Sanitaria Provinciale non è infatti in grado di fornirle. Grazie però al registro che tiene don Palmiro Prisutto, parroco della Chiesa Madre di Augusta, sappiamo che quasi in ogni famiglia c’è un familiare morto per patologia tumorale”.

“Lancio questa petizione – spiega Patti – per avere risposte dal Governo Nazionale, per l’aggiornamento del Catasto Inquinanti, per dire stop alle energie fossili, per attuare una transizione ecologica”.
Al governo della Regione Sicilia i firmatari chiedono “una migliore rete di monitoraggio della qualità dell’aria”, e all’Azienda Sanitaria Provinciale di Siracusa “di conoscere quanti sono realmente i malati di tumore in questa area”, ed “ottenere un’indagine epidemiologica da svolgere su tutti i cittadini del quadrilatero industriale”.

Luciano Mirone