Un luogo d’incanto. Incastonato in una delle zone più belle del mondo, tra Custonaci, San Vito lo Capo e Trapani. Incontaminato, suggestivo, fermo nel tempo. È la Riserva di Monte Cofano, chiusa dal 2017 per una caduta massi, dopo essere stata inaugurata l’anno precedente: 13mila presenze nel 2016, 10mila “solo” nei primi sette mesi dell’anno successivo. E dopo? Questo poderoso volano per la crescita turistica del territorio, è stato transennato e vietato al pubblico sine die. Ora però c’è chi chiede che venga riaperta al più presto, poiché “è assurdo che una risorsa straordinaria come questa si abbandoni al proprio destino”. E lo fa lanciando una petizione sulla piattaforma Change.org.

Promotore dell’iniziativa è Diego Ruggirello, rappresentante di Lega Ambiente, direttore del camping El Bahira (una struttura specializzata nel turismo naturalistico) ed ex consigliere comunale di San Vito lo Capo.

La Riserva di Monte Cofano chiusa dal 2017. Sopra: panorama di Monte Cofano

Monte Cofano è una delle località più belle della provincia di Trapani, con la torre di avvistamento, la tonnara, le sporadiche case coloniche costruite secoli fa, una flora rarissima, una trazzera che attornia il monte, percorribile a piedi, in bici, a cavallo, che finisce nella grotta di Scurati, dove a dicembre si fa il presepe vivente. Insomma una terrazza sul paradiso, dove puoi fare il bagno in un mare verde smeraldo.

Diego Ruggirello, perché questa iniziativa?

“L’iniziativa è frutto di una reazione istintiva: da un lato si fa promozione di un territorio e dall’altro una delle sue bellezze più straordinarie viene chiusa senza sapere quando sarà riaperta. Sono stato colpito dal paradosso. Vogliamo fare turismo ambientale e poi non valorizziamo uno dei luoghi più suggestivi del territorio. E’ come se a San Vito dicessimo ai turisti di venire a mare e poi chiudiamo la spiaggia. Noi vendiamo bellezza, se permettiamo che questi luoghi sono tenuti chiusi, che ci stiamo a fare? Facciamo promozione di una Riserva (addirittura con tanto di articoli e di servizi televisivi) che non è sul mercato. Potremmo essere denunciati per pubblicità ingannevole. Per questo sarebbe giusto che i cittadini, gli operatori turistici e la classe politica mi mobilitino per aiutare l’Amministrazione comunale di Custonaci a riaprire la Riserva”.

Una spiaggetta di Monte Cofano

Cosa è successo?

“Risulta che siano caduti dei massi. Recentemente il M5S ha chiesto la documentazione. Una Riserva naturale vuol dire occupazione e ritorno economico di tutto il territorio che da un paio di decenni si è votato a un turismo green. In giro si dice che siccome l’altra Riserva, quella dello Zingaro (in territorio di San Vito lo Capo) è più importante, sorge il dubbio che l’Azienda Forestale (che ha competenza su entrambe le Aree) miri ad intervenire soprattutto su San Vito. Qui bisogna ragionare in termini di territorio e non di campanilismo: le potenzialità bisogna valorizzarle tutte perché da esse scaturisce un beneficio per il Bene comune”.

E però la caduta massi c’è stata e bisogna mettersi nei panni delle istituzioni che non vuole assumersi certe responsabilità. 

“Bisogna sburocratizzare l’intervento. Parlo con cognizione di causa. Nel campeggio che dirigo abbiamo il fenomeno delle coste rocciose con pareti a picco (le falesie). Ho chiamato un ingegnere geotecnico e una ditta specializzata per mettere in sicurezza le pareti. Hanno fatto un rilievo, hanno individuato le criticità e sono intervenuti appositamente su quelle. La mia preoccupazione è che a Cofano, invece di fare un intervento circoscritto, si sia pensato di risolvere il problema chiudendo l’intera Riserva”.

Il percorso naturalistico della Riserva

Quale potrebbe essere la soluzione?

“Verificare le vere criticità ed intervenire solo su quelle. Un mio amico del Nord che fa l’arrampicatore, indignato per la chiusura di Monte Cofano, ha detto: ‘Ma allora bisogna chiudere tutte le montagne, tutte le strade panoramiche, tutte le pareti rocciose”.

A Cofano è stato eseguito uno studio geologico per comprendere le potenzialità di pericolo?

“Il sindaco di Custonaci ha detto che lo ha fatto eseguire, ma è bene che lo pubblicizzi spiegando chi lo ha fatto e che cosa è emerso”.

L’ingresso della Riserva di Monte Cofano

Anche perché quel Comune – nel cui territorio ricade Monte Cofano – trarrebbe un grande beneficio con la riapertura della Riserva.

“Certamente. Ma la cosa che mi fa rabbia è che sette mesi fa la campagna elettorale dei candidati a sindaco è stata improntata sullo sviluppo turistico-naturalistico del territorio, argomento che porta molti primi cittadini a recarsi alla Bit di Milano per fare promozione del territorio. Sulla Riserva di Monte Cofano un sindaco deve farsi sentire, deve accendere i riflettori, a costo di andare lui stesso a rimuovere i massi della Riserva. La Riserva dello Zingaro, per molti turisti, è più famosa di San Vito lo Capo e comunque ha contribuito a far grande San Vito. Custonaci è nelle condizioni di avere una Riserva che potrebbe fare da eccezionale polo di attrazione sia per quel comune, sia per gli altri centri dell’agro ericino. Riapriamola”.

Luciano Mirone