“Festa” di dolore e di liberazione al molo di levante del porto di Catania, con la partecipazione di alcune centinaia di persone. E’ lo storico varco 4, il luogo dove nel corso degli ultimi anni sono sbarcati migliaia di profughi, salvati nel mare Mediterraneo, in particolare da navi gestite da volontari appartenenti ad Organizzazioni non governative –Ong -.

Alcuni scatti che ritraggono l’accoglienza riservata alla Sea Watch al porto di Catania

La manifestazione, durata fino al calare della sera, si è svolta proprio a fianco della nave Sea Watch 3, dalla quale nella mattinata di giovedì 31 gennaio sono finalmente scesi i 47 profughi – 15 i minori non accompagnati -, salvati dodici giorni addietro.

Una drammatica odissea, iniziata nel mare Mediterraneo in tempesta – il mare della morte, ormai pieno di oltre trentamila cadaveri -, respinta di fatto dagli stati europei, a partire dall’Italia luogo più vicino come porto sicuro, proseguita con il rifiuto degli organi governativi a concedere il permesso di sbarco nel porto di Siracusa dove la nave dallo scorso venerdì si trovava ferma a circa un miglio dalla costa. Poi, finalmente giovedì all’alba, alle 5.30 la tragica situazione si è finalmente sbloccata, la nave è partita per Catania.

Otto giorni di continue ed appassionate mobilitazioni e manifestazioni a Siracusa e Catania hanno contribuito alla determinazione conclusiva.

Durante l’iniziativa catanese sono stati tanti gli interventi, in rappresentanza di strutture associative e sociali,  che hanno evidenziato la priorità assoluta a rispettare i diritti umani, il diritto all’asilo, i trattati internazionali sul salvataggio a mare, la solidarietà e l’accoglienza, rigettando la politica e la propaganda  dell’odio e del razzismo, sul perverso stravolgimento del ruolo umanitario delle navi ONG, che dannosamente sta avvelenando le coscienze di molti cittadini.

A sostegno della nave e del suo equipaggio – costretti a restare nel porto di Catania dopo la decisione assunta dalla Guardia Costiera che ha dichiarato la presenza di “ non conformità” riguardo la “sicurezza della navigazione” e “ il rispetto della normativa in materia di tutela dell’ambiente marino”, è stato ripetutamente gridato lo slogan “ fateli andare…per salvare vite umane”.

E’ ben noto che nel Mare Mediterraneo non ci sono più navi umanitarie, con tutte le drammatiche conseguenze che riguardano la vita dei profughi.

L’equipaggio della nave ha espresso vivo compiacimento per la manifestazione di solidarietà che si stava tenendo sul molo. In particolare il responsabile della Sea Watch 3, intervenendo, ha vivamente ringraziato i partecipanti.

Questa mattina la Procura di Catania con un apposito comunicato stampa ha formalmente riconosciuto la “ liceità della condotta” della Sea Watch 3, a partire dal salvataggio,  quindi per tutte le dinamiche assunte nei giorni successivi.

Domenico Stimolo