Una spedizione punitiva organizzata in famiglia per travolgere con l’auto un ragazzino di 21 anni, “reo” di avere “guardato” la fidanzata di tale Venero Giovannino Nicolosi, 26 anni, che il 29 gennaio scorso a Paternò (Catania), ha coinvolto i parenti in questa azione di inaudita violenza.

La vicenda ha avuto i suoi sviluppi giudiziari lo scorso 9 febbraio, quando su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, personale appartenente al Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Paternò ha dato esecuzione ad un’ordinanza del Gip, con la quale è stata disposta la custodia cautelare in carcere nei confronti di quattro soggetti di Venero Giovannino Nicolosi, di Riccardo Concetto Nicolosi, 51 anni: di Michelangelo Nicolosi(25), e Paolo Antonino Di Mauro (31) per “il delitto di tentato omicidio aggravato commesso in concorso”.

La vicenda, come detto, è avvenuta nella serata del 29 Gennaio, quando Venero Giovannino NICOLOSI, a bordo di un’autovettura, ha “travolto volontariamente” il 21enne nella piazzetta delle Fontane di Paternò.

I Carabinieri, acquisita la notizia di reato, su delega della Procura di Catania, hanno avviato un’attività investigativa per ricostruire l’accaduto.

Nel corso delle indagini, si è appurato come l’insano gesto fosse scaturito da una banale lite avvenuta qualche ora prima nel parcheggio di un distributore di benzina e proseguita poi su facebook tramite applicazione messenger, una lite scaturita dal fatto che il ventunenne “avrebbe guardato la fidanzata del Nicolosi”.

Subito dopo l’alterco quest’ultimo, assieme ai familiari, ha organizzato una spedizione punitiva e, a bordo di due autovetture diverse, “ponevano in essere la condotta delittuosa”.

Senonché un sistema di videosorveglianza posto in un’abitazione privata ha permesso di riprendere le dinamiche dell’aggressione.

“Intorno alle 22.30 – scrivono i magistrati – il giovane veniva travolto intenzionalmente da un’autovettura Alfa Romeo 147 condotta da NICOLOSI Venero Giovannino e con a bordo la ragazza di questi (fatta sedere dal NICOLOSI sul sedile posteriore, pochi attimi prima l’arrivo in piazza); negli stessi momenti giungeva una Fiat Idea con a bordo i familiari dell’aggressore (segnatamente, il padre, il fratello ed il cognato) i quali, scesi dal veicolo, aggredivano fisicamente gli amici del ragazzo e tentavano di aggredire nuovamente quest’ultimo, riverso a terra privo di sensi”.

“Dopo pochi istanti – si legge nel comunicato – i soggetti risalivano a bordo della Fiat Idea e si davano alla fuga, mentre NICOLOSI Giovanni Venero (sceso dall’autovettura per aiutare i familiari) raggiungeva nuovamente l’Alfa 147 per darsi anch’egli alla fuga, prendendo una via diversa da quella imboccata dai complici”.

Nei giorni seguenti, gli autori del delitto, nel tentativo di depistare le indagini, vendevano ad un terzo soggetto l’Alfa Romeo 147 utilizzata per la commissione del tentato omicidio. Il veicolo, tuttavia, veniva intercettato dai Carabinieri e sottoposto a sequestro.

Il 7 febbraio veniva disposto il fermo di indiziato di delitto di Venero Giovannino Nicolosi e del padre, Riccardo Concetto; veniva richiesta la misura cautelare anche nei confronti degli altri due complici. Il  Gip, dopo aver convalidato il fermo, ravvisando la presenza di gravi indizi di colpevolezza, disponeva la custodia cautelare in carcere per tutti e quattro gli indagati

Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria gli arrestati sono stati tradotti presso la Casa Circondariale di Catania Piazza Lanza, mentre la giovane vittima, miracolosamente fuori pericolo di vita, è tuttora ricoverata presso l’Ospedale “Garibaldi Centro” di Catania.

Nella foto: il centro storico di Paternò

Barbara Contrafatto