“Sabato 22 dicembre prossimo, alle ore 20, nel Duomo di Acireale (Ct), l’Orchestra giovanile ‘Falcone Borsellino’ della Fondazione La città invisibile, dedicherà il concerto natalizio, organizzato dal Comune, al PM Nino Di Matteo”. E fin qui il comunicato diffuso dalla Fondazione presieduta da Alfia Milazzo si limita a informare l’opinione pubblica di un evento dedicato a un magistrato che con coraggio ha portato avanti il processo Trattativa.

Fiammetta Borsellino. Sopra: il Pm Antonino Di Matteo

Ma le righe che potrebbero causare una polemica aspra all’interno dello stesso fronte antimafia sono quelle successive: “La dedica – recita la nota – è dovuta al fatto che il giudice Di Matteo non solo è minacciato dalla mafia, ma è vittima di una campagna tendente a gettare discredito sul suo ruolo e la sua persona”.

Il riferimento è “all’ennesimo, ignominioso, assurdo linciaggio nei confronti del procuratore Di Matteo, che si sta consumando in queste ore, in seguito alle dichiarazioni della dottoressa Borsellino (Fiammetta, figlia del magistrato ucciso in Via D’Amelio, ndr.). Riteniamo che lo spirito delle accuse di costei sia dettato dall’esasperazione e possiamo umanamente  comprendere il suo stato emotivo”.

“A nostro umile avviso, però – prosegue La città invisibile – la dottoressa non sta valutando gli effetti di tali dichiarazioni e il modo strumentale in cui esse vengono usate dai media contro, e non a vantaggio, della stessa verità, sulla quale pretende giustamente sia fatta luce”.

“Queste sue dichiarazioni – seguita il comunicato – stanno favorendo un processo di screditamento dell’opera meritoria e coraggiosa che il PM Di Matteo ha svolto nella sua attività di magistrato e in particolare rispetto al Processo sulla Trattativa Stato-Mafia. Espone quindi ad un sospetto senza fondamento e al pericolo di ulteriore attentati coloro che si battono per la verità, verità che sono alla base di segreti di stato e di stragi, compiute dalla mafia con il coinvolgimento di menti raffinatissime”.

“La situazione – secondo la Fondazione presieduta da Alfia Milazzo – è paradossale e può essere paragonata a ciò che avviene in un campo di battaglia, dove i barellieri che rischiano di essere uccisi per salvare i feriti, vengono investiti da un raffica di pallottole sparate insensatamente dagli stessi feriti. Così, alla fine, invece di salvarsi, muoiono tutti sotto il fuoco nemico”.

“La questione – insiste il comunicato – è molto delicata e andrebbe trattata con la massima attenzione dagli organi di stampa, che invece, sempre gli stessi, prezzolati da un certo potere, si avventano come iene ridens su tali parole, proponendone un’interpretazione corrosiva”.

“Ed è semplicemente ridicolo – spiega La città invisibile – far credere che il nemico della verità sulla strage di via D’Amelio sia Di Matteo. Il nemico semmai è quello che ha descritto Carlo Palermo nel suo libro, ‘La Bestia’: il nemico è il quarto livello, un intreccio di poteri di cui fanno parte Cosa Nostra, la mafia americana, noti e meno noti esponenti della massoneria nazionale e internazionale, gruppi di potere finanziario, influenti politici italiani e statunitensi, i servizi segreti deviati italiani, la CIA e la NSA”.

La strage di via D’Amelio

“La dottoressa Borsellino -si legge ancora – dovrebbe pretendere ad esempio, con la stessa sincera decisività, che si svelino processualmente i fatti di cui Carlo Palermo ha proposto serie evidenze e documentazioni”.

“La storia del nostro Paese – conclude La città invisibile – è costellata di stragi, segreti di stato, depistaggi. Ma un punto fermo in questo marasma di colpe e di omissioni c’è e lo ha messo proprio il processo di cui il PM Di Matteo è stato artefice con Teresi, Del Bene e Tartaglia: la Trattativa c’è stata e i mandanti delle stragi non furono solo i mafiosi. Da qui bisogna andare indietro e approfondire le responsabilità e i collegamenti. I cittadini chiedono che siano colpiti i criminali di Stato e non i magistrati che li perseguono.

Redazione