Elettrodotto a Belpasso. Quali le reazioni suscitate nell’opinione pubblica alla notizia pubblicata da questo giornale sula realizzazione di un impianto di 380 kV “ad alta e ad altissima tensione” per il quale in altre parti d’Italia si sono innescate polemiche a mai finire sui presunti danni alla salute dell’uomo e all’ambiente?

La notizia arriva in redazione il 18 dicembre scorso sotto forma di comunicato stampa dell’Amministrazione comunale. Nella nota – badiamo bene – la notizia principale non riguarda la realizzazione della struttura, ma il fatto che Terna Spa (“il gestore italiano della rete elettrica ad alta e altissima tensione”, come si legge nel comunicato) si prenderà carico di contribuire (“per le misure di compensazione e riequilibrio ambientale”) all’ultimazione di una vecchia struttura abbandonata di proprietà comunale sita in via Anna Frank (quartiere Borrello) da destinare, secondo quanto dichiara il sindaco Daniele Motta, ad “una scuola moderna e accogliente”.

La nota non chiarisce cosa deve “compensare” questo “contributo”, né spiega in quale porzione di territorio sarà realizzato l’elettrodotto, né se davvero, come si dice, emana radiazioni che possono causare tumori e leucemie per la popolazione.

Si limita a usare toni trionfalistici per il “contributo” ottenuto (senza specificarne l’importo), aggiungendo che “il sindaco Motta riconosce l’importanza dell’infrastruttura elettrica che TERNA S.p.A vuole realizzare, che sarà linfa vitale per il territorio”.

Il giornale pubblica integralmente il comunicato senza aggiungere alcun commento, riservandosi di tornare sull’argomento – se lo ritiene interessante – nei giorni successivi.

Il primo ad intervenire è Scelte Civili che – probabilmente non conoscendo questa dinamica – scrive che “l’articolo sembra aver trattato l’argomento in modo semplicistico”, in quanto lo stesso “non merita plauso, ma un vero dibattito fra i cittadini”. E aggiunge: “La Terna S.p.A non sta regalando nulla e non si tratta di un finanziamento volontario, ma di un contributo a parziale rifusione di tanti danni possibili dovuti agli effetti dall’elettrosmog causato dal passaggio nel nostro territorio di molte linee elettriche di alta tensione, causa di gravi alterazioni alla salute degli abitanti prossimi a tali impianti”. E poi lancia un appello: “Se ne parli!”.

A stretto giro di posta interviene Mela Nicosia: “Infatti non si parla dei ‘contro’ che certamente saranno offensivi per gli abitanti prossimi, e non solo, agli impianti… grandi interrogativi da non sottovalutare”. E ancora: “Non dimentichiamo che questo elettrodotto andrà ad aggiungersi alle numerose stazioni radio base di telefonia mobile presenti nel nostro territorio, autorizzate con molta leggerezza, nonostante i conclamati pericoli per la salute pubblica, dalle amministrazioni precedenti. Si registrerà così un impennata dei valori dell’ elettrosmog da non sottovalutare”.

Prosegue i commenti Lorenzo Laudani, che scrive: “A Belpasso siamo fortunati grazie a benefattori mecenati”. Quindi una domanda: “Ma in cosa consiste lo scambio?”. Già, in cosa consiste lo “scambio”? E’ la domanda che tutti si pongono, ma su cui ancora nessun amministratore ha risposto.

Conclude i commenti Nunzio Distefano: “Cosa fatta capo ha”, citando un proverbio antico secondo il quale qualsiasi azione ha un responsabile. Poi affonda i colpi: “Vantarsi di un risarcimento è grottesco, perché siamo di fronte ad un indennizzo che viene erogato per porre in qualche modo rimedio ad un danno subìto, chissà quanto grande, mentre si sa che è per sempre”. Sarcasmo finale: “Insomma, è come se la vedova di una persona deceduta in un incidente facesse pubblicamente festa quando arrivano i soldi dell’assicurazione”. E però, puntualizza, se “a Belpasso non si è in grado di ottenere finanziamenti, si suona la grancassa per i risarcimenti”. Commento finale: “Imbarazzante!”.

Il giorno successivo L’Informazione torna sull’argomento, ponendo una serie di interrogativi riassunti dal titolo: “Belpasso, elettrodotto: Signor Sindaco desideriamo delle risposte”. A tal proposito, ieri abbiamo contattato il primo cittadino col quale abbiamo fissato un’intervista sull’argomento dopo Natale.

Scelte Civili, su facebook, pubblica un articolo su una ricerca condotta dall’Istituto Ramazzini di Bologna (11 marzo 2016) sul nesso fra i campi elettromagnetici generati dagli elettrodotti e l’aumento di malattie come il cancro: secondo tale studio (“costato cinque milioni”, è scritto), è stato dimostrato che l’incidenza di contrarre la malattia è maggiore nelle persone esposte “ad almeno 150-200 metri dall’impianto”.

Fabio Tirenna si chiede: “Compensazione? Contributo? Ma di che si sta parlando?”.  E Antonino Consoli: “Solo a pensarci mi sento già elettrizzato”. Mentre Silvana Ranza si dice “molto, molto preoccupata”.

Chiude Nunzio Distefano: “Una vicenda surreale nella quale si sta suonando la grancassa per un risarcimento per il quale non è chiaro chi e come ha stabilito la congruità rispetto al danno e non si dice nulla sulle motivazioni”. Distefano interpreta un punto del comunicato stampa dell’Amministrazione comunale in questo modo: “Addirittura ad un certo punto vengono pure cambiate le carte in tavola e l’inquietante ‘risarcimento’ diventa un più innocuo ‘contributo”. A proposito della parola “contributo”, continua con l’immancabile dose di sarcasmo: “La stessa terminologia usata dalle case farmaceutiche che sperimentano su cavie umane che si prestano per bisogno”.

Luciano Mirone