“È un problema grosso che abbiamo in Italia, quello dell’abusivismo edilizio, che ha una storia antichissima”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, spiegando di aver “costituito un gruppo di lavoro fatto da magistrati, forze dell’ordine e giuristi per studiare e proporre al Parlamento e al Governo una norma più veloce per gli abbattimenti”. Per quanto riguarda il caso in Sicilia, “il procuratore della Repubblica ha rappresentato pubblicamente che quella casa era abusiva e questo fa riflettere: se una casa è in un luogo in cui non si può costruire non è per un vincolo apodittico, per il gusto di metterlo, ma quel vincolo serve a tutelare quelle persone che, ahimè, non ci sono più e per tutelare il bene collettivo. Ci sarà un motivo per cui si dice ‘no’ in alcuni casi, quindi se qualcuno malgrado il ‘no’ tende comunque a costruire ci deve essere una norma più veloce e speditiva, garantista per tutti i cittadini e per il bene collettivo che quella casa poi non rimanga imperitura per anni”.

Intanto il Tar di Palermo comunica di non aver mai sospeso l’ordine di demolizione della villetta abusiva di Casteldaccia in cui sabato notte 9 persone sono morte travolte dalla piena del fiume Milicia. Il Comune, che aveva emesso il provvedimento di abbattimento nel 2008, avrebbe dovuto demolire l’immobile anche se i proprietari avevano fatto ricorso al tribunale amministrativo. “E comunque non può sostenersi che la semplice presentazione di ricorso sia di per sé sufficiente a bloccare l’efficacia dell’ordine di demolizione. In ogni caso, nel 2011 il giudizio al Tar si è concluso e l’ordinanza di demolizione del sindaco non è stata annullata; ne’ il Comune si è mai costituito in giudizio. Quindi, in questi anni l’ordinanza di demolizione poteva – e doveva – essere eseguita”, scrive il Consiglio di Stato in una nota. Sulla tragedia la Procura di Termini Imerese indaga per disastro colposo e omicidio colposo.

Nella foto: la casa di Casteldaccia (Palermo) inghiottita dall’acqua nei giorni scorsi

Ansa