MINACCIATO CLAUDIO FAVA

Di | lunedì, 8 Ottobre, 2018|Attualità|0 Commenti

Una busta contenente un proiettile calibro 7,65 (lo stesso calibro con il quale il 5 gennaio è stato ucciso suo padre, il giornalista e scrittore Giuseppe Fava) è stata recapitata stamani al presidente della commissione regionale Antimafia Claudio Fava. La Digos ha già provveduto al sequestro e ad avviare le indagini (Ansa).

La minaccia arriva a soli tre giorni dall’approvazione all’Assemblea regionale siciliana del disegno di legge, proposto proprio da Fava, di dichiarare l’appartenenza alla massoneria da parte dei politici siciliani che occupano cariche istituzionali, ovvero i sindaci, gli assessori, i consiglieri comunali e i deputati regionali. La Commissione antimafia presieduta da Fava si sta occupando inoltre del “Sistema Montante”, l’ex presidente di Confindustria Sicilia finito di recente sotto l’attenzione dei magistrati per i rapporti fra affari, politica e mafia.

“Sono solidale con Fava ed esprimo massima solidarietà anche a nome dell’intero Parlamento siciliano, per l’ennesimo preoccupante episodio intimidatorio, che rivela un clima di odio che va condannato” Questo il commento di Gianfranco Miccichè, presidente dell’Ars – Siamo certi che Fava proseguirà nel suo impegno politico di denuncia e per l’affermazione della legalità, senza lasciarsi turbare da questo vile episodio”.

Anche il gruppo del Pd alla Regione siciliana ha espresso “solidarietà” tramite il capogruppo Giuseppe Lupo, che chiede alle forze dell’ordine e alla magistratura di “far luce su un episodio che inquieta” ma che “siamo certi, non interferirà con il lavoro importante e delicato che Fava sta portando avanti all’interno del Parlamento regionale”.Secondo i PartigianiDem “questo atto conferma la presenza di un clima che si ricomincia a respirare in Sicilia” e le “giuste battaglie” che Fava “sta conducendo, in seno all’Ars e nel territorio siciliano, cominciano a dare fastidio“.

Pubblicità è stata espressa anche dal segretario regionale del Prc Mimmo Cosentino: “Il proiettile spedito in una busta a Claudio Fava ha un chiaro segno intimidatorio contro di lui e contro l’attività della Commissione regionale antimafia da lui presieduta. In un clima segnato dalla paralisi delle scelte su temi decisivi per l’economia e l’ambiente, a partire dalla problematica dei rifiuti e delle risorse energetiche, in un quadro segnato positivamente dalle inchieste della magistratura mirate a colpire anche settori importanti della borghesia mafiosa, viene lanciato un messaggio inequivocabile: la mafia è pronta a tornare apertamente in campo per garantire i propri interessi e i propri disegni di accumulazione illegale, a partire dalla destinazione delle risorse pubbliche”.

Barbara Contrafatto

 

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