“Anche il gip lo ha detto, il mio è un reato di umanità”. Così il sindaco di Riace Domenico Lucano parlando con i giornalisti nel palazzo di Giustizia di Locri al termine dell’interrogatorio di garanzia davanti al Gip. Lucano è finito agli arresti domiciliari martedì scorso nell’ambito dell’operazione Xenia della Guardia di Finanza, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti. Ieri Lucano è stato sospeso dalla carica di sindaco dalla prefettura di Reggio Calabria. “Non ho nulla da nascondere e tutto quello che so lo dirò”, aveva detto prima dell’interrogatorio arrivando in tribunale a Locri, dicendosi anche sorpreso per la grande solidarietà arrivata da tutta Italia.

Poi, al termine dell’interrogatorio di garanzia: “Voi mi dite le regole, ma forse la Costituzione italiana la rispetto più io di tante altre persone, la prima regola della Costituzione è di avere rispetto per la dignità degli esseri umani, gli essere umani non hanno colore della pelle, non hanno nazionalità, sono esseri umani”. “Mi sembra una cosa assurda – ha scandito – Qui ci sono le ecomafie che inquinano i mari, c’è una mafia che controlla il ciclo dei rifiuti e io ho solo cercato di fare luce e mi accusano per questo?”. “Quando sono diventato sindaco c’erano contenitori pieni di percolato e i cassonetti pieni – ha aggiunto – Io mi vergognavo come sindaco. Noi abbiamo portato luce e pulizia a Riace con il porta a porta. Un mio amico mi ha insegnato che ogni rifiuto è una risorsa ed è stato bellissimo coinvolgere le cooperative sociali”. Le cooperative, ha poi spiegato, “sono nate a seguito di un avviso pubblico per coinvolgere i disoccupati di Riace”.

Nella foto: il sindaco di Riace, Domenico Lucano

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