Un botta e risposta sul Premio Brancati Zafferana condito con un pizzico di curaro, ma anche da tanta ironia. È quello al quale abbiamo assistito in questi giorni – via facebook – fra la giornalista Grazia Calanna, direttrice della rivista culturale L’Estroverso (che attacca l’organizzazione), e lo scrittore Raffaele Mangano, direttore artistico del Premio. Il quale risponde alle critiche in questo modo: “La cosa straordinaria è che quando tre anni fa mi sono guardato in giro per mettere assieme il comitato organizzatore, sembrava che a Zafferana non abitasse nessuno. Ho faticato a trovare persone disponibili a dedicare del tempo al Brancati. Eppure avrei avuto bisogno di contributi e idee. Invece, a posteriori, di critici ne ho trovati tanti da poter ricostituire la falange macedone. C’est la vie!”.

Contattato telefonicamente, il direttore artistico aggiunge: “Ho preso in mano il premio tre anni fa, ma non ho trovato nessuno che volesse collaborare, che volesse far parte del comitato organizzatore. Gli attacchi provengono da persone che non danno aiuto, non fanno proposte, ma criticano a posteriori”.

Rivolgendosi direttamente alla Calanna, Mangano su facebook prosegue: “Forse ti è sfuggito il fatto che il mio mandato era proprio quello di togliere il Premio dal polveroso assopimento nel quale, mi dicevano, era precipitato. Mi avessero chiesto di trasformarlo in un ballo in maschera mi sarei adoperato in tal senso”.

I vincitori del Brancati 2018 con il sindaco di Zafferana Alfio Russo e il il direttore artistico del Premio, Raffaele Mangano. Sopra: Raffaele Mangano

Con riguardo alla rimostranza sulla mancanza di motivazione per i premiati, Mangano spiega: “Il cambiamento della formula ha reso impossibile la ‘motivazione’ perché il premio non è stato più deciso da una decina di cattedratici, ma da più di mille persone sparse in tutta Italia. Non è detto che ciò che ho fatto sia rilevante, è solo ciò che mi è stato chiesto. E visto che io non credo che continuerò a organizzare il Premio, mi permetto di suggerirti di candidarti per le prossime edizioni. Servono nuove energie e mi sembra che tu abbia anche le competenze giuste. Zafferana ha bisogno di ‘spinte’. Guarda, Grazia, che sto dicendo sul serio quando mi aspetto che ora qualche giovane come te si faccia avanti. Lo trovo necessario e opportuno. Coraggio!”.

E sullo spostamento del Premio dalla sede municipale (luogo naturale, secondo la direttrice de L’Estroverso) a un ristorante, cosa risponde il direttore artistico del Brancati? “Nelle ultime tre edizioni – dice al telefono – il pubblico è oscillato attorno alle  300-400 persone, vale a dire il doppio rispetto alla capienza in municipio. Avremmo dovuto sistemare uno schermo sulle scale per chi non avesse trovato posto? Logistica a parte, ho trovato  singolare ricevere, dopo tre anni, critiche alla nuova formula da me proposta e messa in atto, mentre c’era tutto il tempo di apportare competenze e consigli in seno al comitato organizzatore”.

Il direttore artistico sminuisce la portata delle critiche: “Si tratta di una polemica inutile e peraltro confinata attorno alla piazza di Zafferana, che non  intacca le numerose recensioni entusiastiche ricevute  su centinaia di siti e organi di stampa anche  nazionali. Basti solo pensare all’eccelsa qualità degli autori di questa edizione. In questi tre anni ho visto ridurre sempre più le risorse destinate alla manifestazione. Abbiamo lavorato al meglio col poco a disposizione. Per non pesare sulla casse comunali, ho rinunciato al mio compenso. Qualora non mi occupassi più del premio, mi spiacerebbe che anziché guardare avanti, qualcuno si mobiliti per tornare al passato, con le sale del convegno deserte e pochi annoiati spettatori alla consegna dei premi. Per non parlare del ripristino di giurie che rendono i premi poco credibili e per nulla ambiti. Ma sono sicuro che quanto fatto non venga disperso. Sarebbe insensato”.

Rosalba Mazza