A Palermo ci sono persone che arrivano a farsi mutilare gambe e braccia per riscuotere i soldi delle assicurazioni, mentre nella stessa Sicilia un milione e 700 mila individui vivono in condizioni di povertà. Due notizie terribili collegate dall’invisibile filo nero della disperazione, che spiegano, più di mille libri di sociologia, a che livello di degrado porta l’indigenza.

Farsi mutilare gli arti per campare – seppure su una sedia a rotelle – è quanto di più orrendo, di più terribile, di più devastante possa esistere per un essere umano privato della speranza di vivere con dignità il resto dei propri giorni.

La notizia Ansa arrivata oggi dal capoluogo siciliano supera i limiti della realtà. Beninteso: in Sicilia alle truffe siamo abituati da sempre, ma a quelle intelligenti, rocambolesche, “non violente” da apparire, nella loro perversione, a volte, perfino simpatiche. Il tipo che si finge cieco per riscuotere la pensione è il classico caso che muove alla tenerezza e al sorriso. Ma apprendere fatti del genere rende particolarmente tristi: “Le indagini della Polizia – scrive l’Ansa – hanno accertato che i membri di due pericolose organizzazioni criminali utilizzavano metodi particolarmente violenti e dolorosi per mutilare le vittime, ad esempio scagliando su braccia e gambe dei pesanti dischi di ghisa come quelli utilizzati per il sollevamento pesi nelle palestre”.

“Le menomazioni – si legge ancora – erano tali che le vittime o finivano in sedia a rotelle o erano costrette a muoversi per lunghi periodi con le stampelle”.
La notizia, come detto, si incrocia con quella data oggi dall’economista Pietro Busetta, responsabile scientifico del Report Sicilia, commentando i dati del rapporto sulla situazione nell’Isola, realizzato dal Diste Consulting per Fondazione Curella: circa 1 milione e 700 mila siciliani in condizioni di povertà relativa, dei quali quasi 700 mila in povertà assoluta (100.000 in più dell’anno precedente), 1,3 milioni di famiglie che non possono far fronte a spese impreviste, 330 mila giovani (tra i 15 e i 29 anni d’età) che non studiano e non lavorano.

Dati spaventosi per una popolazione di 6 milioni di abitanti. E però c’è modo e modo di vivere la povertà. Farsi mutilare gambe e braccia è quello più umiliante.

Luciano Mirone