Spara tre colpi di pistola contro un avventore che sta inserendo i soldi nel self service dei carburanti in una stazione di servizio nei pressi di Catania, viene intercettato dai carabinieri, che attraverso un’indagine, scoprono che si tratta di un pregiudicato e che in casa (in seguito a una perquisizione) detiene un mini arsenale.
È accaduto ieri sera intorno alle 19 all’interno della stazione di servizio di Gelso Bianco, ubicata nell’autostrada Catania-Palermo, dove i militari della Stazione di Catania-Librino hanno arrestato due persone, Filippo Barbagallo, 71 anni, ritenuto responsabile di tentato omicidio, porto e detenzione illegale di armi clandestine, e il figlio Francesco, 26 anni, già detenuto ai domiciliari per armi, ritenuto responsabile di detenzione illegale di armi clandestine.
Tutto si è svolto al termine di una lite fra Barbagallo senior e un catanese di 34 anni. Oggetto della contesa: per chi per primo doveva inserire i soldi nella colonnina del self service. A quel punto, l’anziano signore ha estratto una pistola esplodendo tre colpi all’indirizzo del contendente, miracolosamente andati a vuoto, per fuggire successivamente a bordo della sua autovettura.
La vittima, terrorizzata, ha chiamato il 112 consentendo l’intervento dei militari dell’Arma i quali, dopo aver repertato i tre bossoli, analizzando le immagini registrate dalle telecamere di sicurezza attive all’interno del distributore, hanno riconosciuto l’aggressore, noto pregiudicato catanese, rintracciato poco dopo in casa del figlio, luogo in cui, dopo una perquisizione, hanno recuperato, nascosta nella camera da letto, la pistola Beretta calibro 22, con la matricola abrasa, utilizzata all’interno del distributore.
Estendendo la perquisizione anche in casa del 71enne, i carabinieri hanno rinvenuto anche un fucile marca Herstal calibro 12, risultato rubato il 22 aprile 1979 a Narcao (Cagliari), un revolver a tamburo, senza marca e matricola, 26 cartucce calibro 22, 5 cartucce calibro 16 e 2 cartucce calibro 12.
Le armi e le munizioni sono state poste sotto sequestro mentre gli arrestati sono stati associati al carcere di Catania Piazza Lanza.
Le armi sequestrate, nei prossimi giorni, saranno inviate agli esperti del Ris di Messina che le sottoporranno a degli esami tecno-balistici per stabilirne l’eventuale utilizzo in pregressi episodi criminosi.
Angelo Conti
Lascia un commento...