Ha un nome il postino di Belpasso (Catania) che, invece di distribuire la posta, se ne disfaceva buttandola in una grotta della zona. Oltre duemila lettere – secondo una stima dei carabinieri – gettate via: troppa fatica nel consegnarle, così lui, il  postino,  impiegato di una società di servizi  – la Olimpo Service S.r.l. – delegata alla consegna di corrispondenza in ambito regionale,  ha trovato la scorciatoia pensando di farla franca. Corrispondenza inviata da istituti di credito, studi legali, compagnie assicurative e società di servizi a privati cittadini.

A scoprire le missive, qualche giorno fa nell’antro naturalistico denominato “Grotta del Diamante”, personale speleologico del Club Alpino Italiano che ha presentato una denuncia ai carabinieri della Stazione di Belpasso.

La direzione della società, sollecitata dai carabinieri, ha chiarito il meccanismo  utilizzato per lo smistamento della posta fino a giungere nelle mani del fattorino che, attraverso la tracciatura della stessa, tramite  l’utilizzo di un palmare dotato di lettore ottico, procede allo “sparo” del barcode presente sulla busta. Questa operazione consente di risalire al fattorino a cui viene affidata la corrispondenza,  consentendo di monitorare la busta fino alla fase del recapito al destinatario.

Attraverso attente indagini dell’Arma è stato possibile risalire al luogo, alla data e all’ora del recapito”, e quindi analizzando un campione di 250 buste, recuperate dagli speleologi del Cai, è stato possibile risalire al fattorino, A.I. (queste le iniziali fornite dai carabinieri), un catanese di 21 anni che dovrà rispondere di violazione, sottrazione e soppressione di corrispondenza commesse da persona addetta al servizio delle poste, dei telegrafi o dei telefoni.

Nel frattempo il personale del Club alpino italiano ha recuperato tutta la corrispondenza depositata sul fondo della grotta riempendo ben sette sacchi di juta, posti sotto sequestro dai carabinieri.
Intanto  il sindaco di Belpasso, Daniele Motta, si è recato nella “Grotta della Dinamite”, per seguire direttamente le operazioni di recupero del materiale cartaceo. “Abbiamo dovuto constatare – afferma Motta – che è stato appiccato il fuoco all’interno della grotta distruggendo parecchio materiale e rendendo il sito difficilmente accessibile. Tutto quello che è stato riportato integro in superficie, tra le difficoltà, potrà consentire agli investigatori di approfondire l’accaduto. Da parte nostra abbiamo posto la massima attenzione verso questo caso e messo in atto tutte le procedure di nostra competenza per assicurare la massima collaborazione alle forze dell’ordine. Quello che è accaduto nella Grotta della dinamite – conclude il sindaco Motta – è un fatto deprecabile”.

Nella foto: la fase di recupero della posta depositata nella Grotta della dinamite a Belpasso

Barbara Contrafatto